L’educazione alimentare dei bambini è un primo passo (forse molto di più di un primo passo) per stabilire il rapporto che i bambini avranno con il cibo e la sana convivialità per il resto della loro vita.
Saranno adulti che mangiano quando sono tristi? Saranno adulti che si negano il cibo per auto punirsi? Saranno adulti in perenne lotta con ipertensione e obesità?
Tutto dipende da quanto noi genitori sappiamo essere lungimiranti e curare ogni giorno l’educazione alimentare dei bambini.
La buona notizia? In fondo dare una buona educazione alimentare ai bambini non è difficile come sembra, basta entrare nell’ottica che si tratta di una piccola grande missione, un percorso che dura tutti gli anni dell’infanzia, e che può essere anche un divertente e liberatorio modo per riappropriarci anche noi di un buon rapporto con il cibo.
Mio figlio non mangia.
Mia figlia non sta seduta al tavolo e devo inseguirla con il cibo per casa.
Mia figlia mangia solo una cosa.
Mio figlio non mangia niente.
Quando nelle mie consulenze da pedagogista mi trovo di fronte a queste vostre problematiche (davvero diffuse, non siete soli), la prima cosa che cerco di fare è aiutare i genitori a riflettere sugli archetipi educativi che sono stati loro trasmessi in merito al cibo.
I nostri genitori hanno fatto il meglio che potevano con gli strumenti che avevano… e loro non avevano molti strumenti (cioè conoscenza e accesso alle informazioni) che abbiamo noi oggi.
Quindi, regola numero uno per aiutare i nostri figli nello sviluppare un sano rapporto con il cibo è liberarci da alcuni modelli educativi alimentari che abbiamo ereditato perché no… non sempre “siamo venuti su bene lo stesso“.
puoi ascoltare i contenuti di questo articolo nell’episodio 90 del mio podcast
I bambini non hanno la responsabilità di decidere cosa devono mangiare ogni giorno.
Per quanto la Disciplina Dolce della quale sono ferma sostenitrice non ami “obbligare” i bambini a fare qualcosa, è anche vero e insindacabile che noi genitori siamo responsabili dei nostri figli e non possiamo lasciarli morire di fame, laddove ciò vuol dire che non possiamo permettere che si nutrano solo di pizza perché solo con la pizza non “fanno capricci”.
Dar loro solo quell’unico cibo che vogliono “purché mangino” equivale ad affamarli (di altre sostanze fondamentali per il loro sviluppo).
Se oggi, dunque, abbiamo deciso che serve mangiare pasta e legumi perché servono anche i legumi nella loro alimentazione, che pasta e legumi sia.
In compenso, possiamo coinvolgerli facendo loro scegliere il formato di pasta, la consistenza dei legumi, persino il tipo di legumi, a parità di nutrienti.
Mangiamo come e con loro (ogni volta che è possibile)
Tuo figlio, quel legume, quante volte te lo ha visto mangiare?
I bambini fanno cose anche per imitazione, e se un genitore o entrambi sono del tutto avversi ad un cibo o ad una categoria di cibi, sarà di certo molto molto più difficile farli mangiare ai nostri bambini e guidarli verso una buona educazione alimentare.
L’educazione alimentare dei bambini, inoltre, non si costruisce in solitudine e isolamento (e a questo si lega l’ultimo punto di questo articolo, il più importante di questi tempi).
So che spesso abbiamo impegni e orari di lavoro complessi, ma fare almeno un pasto al giorno tutti insieme, bambini e figure genitoriali, li aiuta a non associare il cibo alla solitudine e all’interruzione di altre attività (il gioco, ad esempio).
Non obbligare a finire un piatto o ad assaggiare un cibo
Torniamo all’ansia che viene messa addosso a noi genitori quando si tratta di alimentazione.
Un piatto di pasta che resta mezzo pieno, i nonni che guardano in modo preoccupato… il bambino che “è troppo magro, non cresce” ecc.
Al netto dell’importanza di lavorare sull’ansia da prestazione e dal giudizio degli altri, come genitori, per evitare di vedere un piatto lasciato mezzo pieno, cerchiamo di fare sempre porzioni adeguate alla loro età.
Meglio fare mini porzioni di più alimenti diversi e colorati di diverse consistenze nello stesso piatto, soprattutto quando sono più piccoli e vogliono toccare il cibo con le mani.
Questo è anche un modo per mettere nei loro piattini quello che fa loro bene ma dare allo stesso tempo la sensazione di poter scegliere quanto, come e in che ordine mangiare ogni cosa. Il cibo è anche tatto e odore, quindi consentiamo ai piccoli di esperire il cibo a pieno, questo è importantissimo per una corretta educazione alimentare dei bambini.
Non nascondere il cibo
Se vuoi che il bambino impari a mangiare la zucca, non nasconderla o mimetizzarla in una pietanza dal sapore forte.
Se vuoi che il bambino impari a mangiare la zucca, non nasconderla o mimetizzarla in una pietanza dal sapore forte.
Prima di tutto perché il raggiro legato alla funzione primaria di un genitore (il nutrimento) non farà benissimo alla fiducia del bambino verso il genitore e quindi verso il mondo.
In secondo luogo, perché sarà difficile ri-convincerlo a mangiare un pezzo di zucca quando la vedrà, dal momento che quando l’ha assaggiata non l’ha vista. Come si diceva un attimo fa, il cibo non è solo sapore, ma anche odore e tatto.
La faccenda dei bambini in africa…
La povertà dei bambini in Africa deriva da secoli di colonizzazioni e strategie economiche capitalistiche post coloniali.
Non dipende da quanto tuo figlio di 3 anni lascia nel piatto.
Se vogliamo dar loro una corretta educazione alimentare, usiamo argomentazioni che stanno logicamente in piedi, come ad esempio “Lo sai che se mangi questo avrai più energie per correre ancora più veloce?”.
Non commentare il tuo corpo e quello degli altri
Spesso leghiamo i disturbi alimentari in età adolescenziale solo ad atti di bullismo subiti dai nostri figli, da frasi inopportune dette direttamente a loro. Crediamo che se una ragazza a 16 anni smette pericolosamente di mangiare è perché l’insegnante di danza le ha detto, a 15, che stava ingrassando.
Beh, non è così. Al di là delle questioni psicologiche molto complesse che si annidano dietro ai disturbi alimentari, ci sono anche anni e anni di giudizi sentiti più o meno passivamente da persone ben più importanti dell’insegnante di danza.
Evitiamo di giudicare con brutti concetti il nostro stesso corpo davanti ai figli, evitiamo di commentare negativamente o in modo offensivo la forma fisica di altri e, ovviamente, evitiamo commenti sul corpo dei nostri figli piccoli (“che bella panzetta che hai fatto!” , “ma come sei magrolino, non mangi niente!”).
Il punto è, evitiamo il più possibile di legare l’importanza dell’alimentazione alla mera forma fisica.
Eh sì, mi rendo conto che per farlo dobbiamo smontare gli anni della nostra stessa formazione, ma come ti dicevo in apertura, dare una buona educazione alimentare ai bambini può essere una buona occasione per migliorare il nostro stesso rapporto con il cibo.
Il cibo non è un premio o una punizione
Come dicevamo, un disturbo del comportamento alimentare a 16 anni non dipende da un commento sbagliato arrivato a 15 ma di un approccio non sano al cibo nell’infanzia.
Il cibo è energia e nutrimento, non una consolazione, quindi premiare i bambini con dolci e caramelle è sbagliato. (e qui ti spiego bene perché) .
Se diventa una prassi, non ci sarà da stupirsi se da adulti i nostri figli cercheranno dolci e junk food per riempire vuoti emotivi e consolarsi da un dolore o da una delusione.
Al contempo, se il non dare un determinato cibo è una scelta punitiva degli educatori, la conseguenza potrebbe essere un punirsi attraverso la privazione del cibo o di alcuni cibi (cibi fobici) quando una parte di inconscio vuole punire.
Sui meccanismi generati dalle dinamiche di premi e punizioni, ti suggerisco di leggere questo articolo.
la tecnologia a tavola è un ostacolo alla buona educazione alimentare del bambino
I tablet e cellulari a tavola sono il più grande danno che la nostra generazione sta facendo ai più piccoli. Fingiamo davvero di non sapere cosa siamo alimentando?
Se il solo modo che un bambino ha per mangiare è distrarsi, spegnere il cervello, stiamo alimentando una educazione alimentare sbagliata.
Faccio un elenco chiaro dei rischi del far mangiare i bambini con il tablet:
- distrarre persino dalla masticazione aumentando il rischio di soffocamento,
- far mangiare un bambini distratto e “ipnotizzato” dal cellulare o tablet non gli fa creare alcun rapporto concreto con il cibo, aumentando il rischio di obesità o di DCA
- i bambini che mangiano con il tablet si estraneano, non socializzano. E non sarà strano vedere gruppi di bambini a tavola che invece di giocare o interagire sono ognuno con il proprio tablet;
Lo so che con il tablet ti permette di goderti un pranzo in santa pace, ma sappi che stai usando un dispositivo che crea dipendenze negli adulti, figuriamoci nei bambini. Se addirittura il bambino arriva a mangiare solo con il tablet, vuol dire che il binomio cibo-dispositivo è stato alimentato a lungo, da noi.
Se lo facciamo usare una volta, sarà poi difficile staccare il pasto dal tablet. E la dipendenza è servita in tavola.