Pedagogia nera, come la mettiamo in atto senza saperlo

cambiare un mondo violento
Disciplina Dolce

Pedagogia nera, come la mettiamo in atto senza saperlo

La pedagogia nera è la definizione utilizzata per descrivere i metodi educativi più antichi, poco rispettosi e fortemente traumatizzanti peri bambini, che comportano conseguenze sulla vita da adulti e, c’è da aggiungere, sulla società.

Purtroppo, la consapevolezza del valore dell’infanzia, la necessità del suo rispetto e della sua sacralità e persino il concetto stesso di diritti dei minori sono concetti davvero molto recenti;

fino a cento anni fa o poco più, i diritti ad un’infanzia serena e il rispetto dei bambini erano concetti davvero alieni.
Al netto di tempi duri per buona parte della società europea, in cui la maggior parte delle famiglie aveva molti figli da sfamare e moltissimi morivano entro i primi cinque anni di vita, l’infanzia era percepita come un momento da superare il prima possibile, per essere utili al sostentamento delle famiglie e per mantenere ordini gerarchici sociali. E per sfuggire agli abusi di potere considerati legittimi da parte dei capi famiglia

In queste basi storiche affondano le radici della pedagogia nera, una serie di metodi educativi assolutamente sbagliati e, diciamolo senza pudore, crudeli, che comprendevano punizioni corporali (botte, castighi pesanti) e umiliazioni.

Gli istituti educativi, come scuole e collegi, hanno conservato metodi disciplinari più che opinabili anche in epoche relativamente recenti, basti pensare che le bacchettate sulle mani, i cappelli con le orecchie d’asino, le punizioni dietro la lavagna ci vengono ancora raccontati dai nostri nonni o in alcuni casi genitori nati negli anni Cinquanta.
(PS: quando ci dicono che “son venuti bene lo stesso”, sappiate che non è del tutto vero, e qui ti spiego perché) .

E oggi? Possiamo dire di esserci realmente e finalmente lasciati alle spalle la pedagogia nera?

Possiamo sempre e davvero dire di non scegliere metodi educativi crudeli, irrispettosi verso i bambini, traumatizzanti?

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Una guida pratica che mette in discussione il “Si è sempre fatto così”, e ti aiuterà a creare un ambiente familiare sereno, un nuovo entusiasmo verso le sfide di noi genitori, e tante soluzioni per il lungo termine per crescere bambini fiduciosi, sereni, che si sentono amati incondizionatamente.

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Quando usiamo la pedagogia nera

La pedagogia nera non aveva come scopo finale l’umiliazione e il dolore fisico, bensì “il bene del bambino”; la sua educazione, l’insegnare a stare al mondo secondo le sue regole.

Non c’è nulla di più comune nella storia umana che la volontà di far del bene… con metodi violenti e deleteri.
Ancora noi, oggi, spesso, usiamo in buona fede dei metodi più o meno utili nel qui ed ora, ma che sono di fatto non rispettosi del bambino, e assolutamente inutili se non anche deleteri nel lungo termine.

La Sedia della Riflessione (Isolamento punitivo)

sedia della riflessione


Ho parlato in modo più approfondito del metodo ancora usato in molte scuole dell’infanzia e in molte famiglie della “sedia della riflessione”; cioè intimare ad un bambino di andare su questa fantomatica sedia per riflettere sugli errori commessi.


Una sorta di 41bis in versione baby, che di fatto consiste in un isolamento forzato, senza accompagnamento, decodifica e responsabilizzazione dell’adulto.

Mettere in castigo (punizioni psicologiche)

Noi genitori decidiamo praticamente tutto sui nostri figli, perché ne siamo tutori e responsabili non solo legalmente ma anche emotivamente.
Noi siamo e dobbiamo essere i limiti da spostare, man mano, nella loro sana crescita cognitiva.
Eppure spesso ci ancoriamo a quel ruolo di “limite” e quando nostro figlio, sanamente, “osa” cercare di spostarli, la prendiamo come un’offesa personale, un tentato abbattimento del nostro legittimo potere come genitori.

Ecco, mettere un bambino in castigo è un po’ come un abuso di potere.

Il risultato è un senso di rabbia, umiliazione e spesso non è neanche chiaro al cento percento al bambino il motivo per cui una punizione è avvenuta.

Ma quando e come è possibile punire per la disciplina dolce? Te lo spiego qui.

svalutazione emotiva - delegittimazione delle emozioni - pedagogia nera

Botta sul culetto (punizione corporale)

La botta sul culetto non fa male, non è come mettere in ginocchio sui ceci, non è come prendere a cinghiate.
Ma ne siamo certi?

Di certo le conseguenze non sono fisicamente simili, una botta sul culetto non provoca il dolore delle drammatiche cinghiate, accettatissime fino a 50 anni fa, punibili con il carcere oggi. Ma, cari genitori, il principio che guida la decisione di dare una botta sul culetto è lo stesso della cinghiata: far ricordare al bambino che ha commesso un errore, che non deve più fare quella cosa.

Il principio era crudele e sbagliato 50 anni fa, con le cinghiate, e continua ad essere metodologicamente e concettualmente sbagliato oggi.
I bambini, soprattutto sotto i 5 anni, hanno bisogno di una guida che spieghi e faccia realmente capire il motivo per cui alcune azioni non vanno fatte, perché li mettono a rischio. Un buffetto sul culetto a noi sembra innocente ma per loro è frustrante e non porta da nessuna parte su un piano educativo, se non alla rabbia e alla paura. (davvero nel 2024 vogliamo ancora che i nostri figli non facciano qualcosa per paura di uno schiaffo o di una punizione? Ma sul serio?) .

bimbo crisi di pianto

Non piangere, non fare la femminuccia (svalutazione emotiva)

Dietro la svalutazione emotiva si nascondono, neanche tanto bene, moltissimi ingranaggi rotti nelle nostre visioni del mondo.
In frasi come “non piangere, sii forte”, “non fare i capricci, non sei una femminuccia”, c’è molto non solo delle nostre scelte educative ma anche di misoginia interiorizzata, o percezione errata del concetto di debolezza e vulnerabilità.

La svalutazione emotiva fa crescere bambini che diventeranno adulti che negano e sopprimono emozioni, che se ne vergognano (problema che fa molto parte di antichi retaggi soprattutto nella formazione di figli maschi, ma ormai fenomeno sempre più diffuso anche per le bambine).

Consoci meglio i rischi della svalutazione emotiva e come evitarla per costruire un bel rapporto a lungo termine con i tuoi figli.

Pedagogia nera porta ad un mondo violento

Tutta la mia missione come pedagogista e divulgatrice, oltre che come mamma, conduce anche qui: se vogliamo cambiare un mondo violento per il bene dei nostri figli, non possiamo continuare a educare bambini che credono che la punizione, la violenza, l’abuso di potere e la manipolazione psicologica possano essere i metodi per risolvere i conflitti.

Sei pronto a cambiare il mondo?

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