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Insegnare i valori ai figli: Dove stimo sbagliando

disciplina dolce elena cortinovis
Disciplina Dolce

Insegnare i valori ai figli: Dove stimo sbagliando

Insegnare i valori ai figli, dare le basi per farli diventare “brave persone” oltre che bravi bambini obbedienti è un obiettivo che, sono certa, è centrale per il 90% dei genitori.

“Bisogna insegnare i valori” è la frase più quotata nell’universo genitoriale di tutte le generazioni, che si decida di scegliere la disciplina dolce o che si decida di seguire metodi educativi tradizionali.

Ma abbiamo davvero un’idea chiara di cosa significhi la frase “insegnare i valori ai figli”?
O la lasciamo lì, come una frase vuota con cui chiudere ogni tipo di conversazione da tavolata di famiglia?

In una recente puntata del mio podcast ho parlato, ad esempio, di quanto noi adulti siamo un pessimo esempio valoriale nelle interazioni sociali, abbattendo ogni tipo di filtro in particolare sui social.

Ti lascio qui la puntata del podcast

La mia domanda di oggi, con la quale vorrei ci mettessimo tutti a nudo, il dubbio che vorrei condividere con te e per cui ti vorrei chiedere una risposta e un parere nei commenti è:

Dove stiamo sbagliando nell’educazione ai valori dei nostri figli?

Come comunichiamo i valori ai nostri figli

insegnare i valori ai figli

Non c’è nulla, non solo per i dettami della disciplina dolce, che non passi attraverso la comunicazione.
Noi, come comunichiamo i nostri valori ai nostri figli? E ci sono realmente chiari questi nostri valori?

Spesso anche per noi adulti i valori sono concetti molto astratti: dovremmo forse lavorare meglio sulla consapevolezza e chiederci quali sono i valori che vogliamo davvero trasmettere ai nostri figli e quali sono i valori sui quali camminiamo ogni giorno, come se fossero il nostro terreno di gioco.

Solo così sarà possibile comunicarli ai nostri bambini. Crediamo che la gentilezza sia un valore meritevole di essere trasmesso? Crediamo nel valore della famiglia e dei legami? Crediamo nei doveri verso la società?
In che cosa crediamo davvero?

Una volta risposte queste domande esistenziali, cerchiamo di imparare a comunicarlo.


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Comunicazione chiara

Spesso i nostri bambini ci appaiono come diversi da come li vorremmo: Oltre all’importanza di lavorare sulle aspettative che ci hanno fatto immaginare il nostro figli perfetto, ci capita spesso di non saper dare i giusti input ai nostri figli:

Parliamo dei lavori in modo astratto e non alla loro portata, errore che facciamo anche quando stabiliamo delle regole da seguire per il loro bene.

l dolce guida - elena cortonovis pedagogista

Anche di come avere una comunicazione efficace e chiara, dai valori alle regole,
parleremo in questa edizione della Dolce Guida, online fino al 17 marzo.

IO CI SONO!

Comunicazione non violenta

Difficile trasmettere valori validi, se sono trasmessi da minacce e punizioni.
Facciamo degli esempi:
Prendiamo delle frasi semplici e frequenti nella comunicazione con i bambini;

“Fai i compiti altrimenti non ti porto al parco mai più”
“Se fai il bravo con la nonna, ti porto a mangiare il gelato”
“Non vuoi mangiare la pasta? Allora a letto senza cena, perché ci sono tanti bambini sfortunati che muoiono di fame”

Con queste frasi quello che stiamo trasmettendo non è il valore del lavoro (fare i compiti), né il valore della gentilezza (essere buoni con la nonna), né il valore del non spreco e dell’educazione alimentare.

Stiamo trasmettendo solo che qualcuno più autoritario potrà sempre minacciarti per farti fare qualcosa, che la gentilezza è legata ad una ricompensa e non ad un valore, che i mali del mondo gravano sulle sue spalle e che il senso di colpa è una forte leva per far fare qualcosa a qualcuno.

Leggi anche come imparare ad avere una comunicazione efficace e non violenta
Leggi anche Amore o controllo? Parte tutto dall’infanzia

L’importanza del buon esempio

Siamo un buon esempio per i nostri figli?

Siamo in grado di mostrare loro, nel quotidiano, quanto possiamo essere portatori di valori?
Questa domanda e relativa (onesta) risposta non possiamo porcela solo ora, solo oggi, solo, al massimo, domani.

Questa domanda deve diventare parte del nostro modo di essere genitori, e attraversare il nostro modo di gestire i conflitti, il nostro modo di rispettare le regole sociali, online e offline, nel nostro decidere, ogni giorno, di essere persone degne di essere un esempio.

bambini alla scuola primaria unsplash

dare colpe all’esterno

Un grande e diffuso errore nella pretesa di vedere valori nelle nuove generazioni è quello di attribuire sempre e solo a fattori esterni l’assegna dei valori stessi.

E’ colpa dei social, è colpa dei telefonini, è colpa della TV o dei videogiochi.
E’ colpa delle maestre, è colpa dei compagni che mio figlio piccolo imita.

Facciamocene, invece, una ragione: le basi della formazione dei nostri figli nascono nelle interazioni famigliari.
Per quanto ogni individuo sia simile solo a se stesso e cambi nel corso del tempo in base alle sue personali e legittime scelte, le basi vengono da noi genitori.

Se il tempo di qualità viene sostituito dal tablet, che li tiene buoni come in passato avveniva con la baby sitter low cost di un’intera generazione, la TV, non ci sarà da stupirsi se quegli spazi virtuali e non reali saranno la loro zona di confort.

Mi rendo conto che questo post possa essere un po’ “torcibudella”; ma rileggilo come un momento di riflessione condivisa, non di accusa.
Ti aspetto nei commenti, se ti va di condividere il tuo pensiero e, ovviamente,

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