Sono aperte le iscrizione per il Retreat Rivoluzione Gentile!

Essere un genitore sufficientemente buono, oggi

Disciplina Dolce

Essere un genitore sufficientemente buono, oggi

Chi si interessa in modo approfondito alla pedagogia, per interesse di studio, per cultura personale o per la volontà di essere buoni genitori e buone guide per i bambini, si è imbattuto probabilmente nel concetto di “genitore sufficientemente buono”, teorizzato da Donald Winnicott, psicoanalista e pediatra britannico che ha operato nel contesto post bellico.

Per quanto le sue teorie e studi, sia su base scientifica che che di ricerca e analisi sociale, siano stati e siano ancora un punto di riferimento per noi pedagogisti, c’è da dire che il suo mondo e il contesto nel quale operava sono molto diversi da quelli attuali.

Cosa vuol dire, oggi, nell’epoca post industriale e post digitale, essere genitori sufficientemente buoni?

Proviamo a rifletterci insieme.

Cosa è un “genitore sufficientemente buono”, secondo Winnicott

Winnicott afferma che il genitore ideale non è quello che risponde in modo perfetto a tutte le esigenze del bambino, ma colui che è “sufficientemente buono”.

In altre parole, un genitore che riesce a soddisfare, seppur imperfettamente, le necessità emotive e psicologiche del bambino senza cercare di essere perfetto e, soprattutto, senza ergersi a modello di perfezione infallibile.

Un “genitore sufficientemente buono” è in grado di offrire una base sicura, di essere presente nei momenti cruciali, ma anche di fallire in modo non traumatico, lasciando spazio al bambino per sviluppare una resilienza emotiva.

Le teorie di Winnicott tuttavia, si inserivano in un contesto di cambiamenti molto diversi da quelli di oggi: agli inizi degli anni Sessanta si sfuggiva da un concetto di padre-autorità e di madre-cura che vedevano nella messa in discussione della propria autorevolezza indiscussa la base di questa “imperfezione” cui dare spazio;

insomma, negli anni Sessanta, era già un miracolo convincere un genitore a mettersi in discussione e liberarsi (e liberare la prole) del peso del capo famiglia che decide per tutti.

Cosa è un genitore sufficientemente buono, oggi

Un genitore oggi, quali problemi di genitorialità incontra?
Di certo, un contesto molto diverso: dai sensi di colpa per non riuscire a trascorrere abbastanza tempo con i propri bambini, dovendo lavorare in ritmi poco family friendly, in una società che ci vuole tutti a lavoro come se non avessimo figli e genitori presenti come se non lavorassimo.

I genitori vivono, inoltre, in un contesto di solitudine, soprattutto nei grandi contesti urbani; la comunità che fino agli anni Ottanta, nei contesti di vicinato, si prendeva in parte cura dei tempi e dei luoghi dell’infanzia, oggi viene meno.

Leggi anche “La solitudine dei genitori; il vero problema della pedagogia moderna”


Proprio per sentirci meno soli nella nostra rivoluzione quotidiana, di migliorare il mondo partendo dal nostro piccolo mondo famigliare, ho pensato di vederci di persona nel retreat

Rivoluzione Gentile

Una giornata intensiva di formazione completa con me, dedicata a esplorare a fondo tutti gli aspetti della Genitorialità.

Si terrà il 10 maggio 2025,
e ti aspetto!
Iscriviti qui

In questo spazio fatto da sensi di colpa, confronto con le generazioni passate, paura del giudizio altrui e ritmi frenetici che ci fanno, letteralmente, arrancare nella nostra funzione genitoriale, si insediano le dinamiche complesse delle tecnologie moderne.
Tablet e smartphone che diventano nuovi baby sitter, algoritmi fatti per creare dipendenza e, anche qui, un continuo camminare sul filo tra sopravvivenza e senso di colpa.

Il buon genitore di un bambino è prima genitore di se stesso

Un genitore moderno deve trovare la strada per prendersi cura di sé e del proprio equilibrio, perché è da quello che parte e che passa l’equilibrio dell’ecosistema famigliare.

Siamo stati cresciuti con premi e punizioni, frasi sminuenti e paure; se ci è andata particolarmente male, anche a suoi di ceffoni o “innocui schiaffi sul culetto”.

E no, ogni tanto è il caso di ribadire che “non siamo venuti su bene lo stesso”.

Un’educazione basata su paura e la dinamica tossica di premi e punizioni ha creato molti adulti (e anche molti genitori) dipendenti dal parere degli altri, con ansia da prestazione e conseguente insonnia, problemi ricorrenti allo stomaco, disturbi del comportamento alimentare.

Un buon genitore, è quello che non usa un linguaggio violento verso se stesso

Mettersi in discussione, mettere in discussione le proprie azioni e scelte è, anche secondo Winnicott, un giusto approccio.
Tuttavia il mettersi in discussione non corrisponde a dare per certo di essere un totale disastro!
Un linguaggio violento nei nostri confronti è un perpetrare forme di abuso e manipolazione che abbiamo vissuto nella vita e non fa bene a noi quanto non fa bene ai nostri bambini.

Dirci “Ma quanto sono cretina…”, “sono un disastro” e altre frasi che ci ripetiamo, anche nella speranza di sentirci dire il contrario, è una forma di violenza che perpetriamo verso noi stessi come individui.

Lavorare su noi stessi è una buona base di partenza per essere genitori “sufficientemente buoni”…

Nel retreat “Rivoluzione Gentile” del 10 maggio 2025, una delle sessioni sarà guidata dalla psicologa infantile Francesca Ribaudo e verterà su quanto i nostri irrisolti influiscano sul nostro essere genitori.

Voglio Essere parte della Rivoluzione Gentile

ISCRIVITI ALLA MIA NEWSLETTER

Due lettere al mese in cui ti racconto, anche con la mia voce, novità ed approfondimenti.
Ma non solo! Ti regalo il 10% di sconto su tutti i miei corsi online.