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Bambini viziati: capire se i tuoi lo sono davvero… con un quiz

bambini viziati come capirlo
Disciplina Dolce

Bambini viziati: capire se i tuoi lo sono davvero… con un quiz

Come capire se i tuoi bambini sono viziati? Ci sono strumenti per comprendere se i nostri bambini stanno esprimendo un legittimo bisogno o se stanno solo facendo un capriccio, magari consapevoli di poterci manipolare?

Se temi di viziare i tuoi bambini o se qualcuno ti ha detto “lo stai viziando”, “guarda che così lo vizi”, cerco di venirti in aiuto in veste di pedagogista, divulgatrice di pedagogia e neurosviluppo infantile e… mamma: non è un titolo ma è di certo un aiuto in termini di esperienza.

L’importante è che tu legga questo post fino alla fine, perché ti proporrò strumenti e spunti di riflessione sui quali probabilmente non ti sei ancora mai soffermato!

Partiamo con un gioco-quiz:

5 domande per capire se stai viziando i tuoi bambini

Rispondi a queste domande e tieni il conto della somma dei punti per ogni risposta.
Alla fine del test, saprai quanto i tuoi bambini sono viziati e capirai come migliorare.

insegnare i valori ai figli

Quando tuo figlio piange, lo prendi in braccio?

  • Sì, Subito (3 punti)
  • Sì, ma dopo qualche minuto, prima aspetti un po’ per vedere se smette da solo (2 punti)
  • No, deve abituarsi al fatto che non ci sarà sempre qualcuno lì a prenderlo in braccio (1 punto)

Se tuo figlio è al supermercato con te e vuole un dolcetto…

  • Te lo chiede una volta e poi si butta a terra a piangere (3 punti)
  • Te lo chiede una volta e poi smette (2 punti)
  • Non te lo deve nemmeno chiedere perché lo hai già comprato (4 punti)
  • Non te lo chiede, e prende i soldi della sua paghetta, ma non per il dolce, bensì per comprarti la borsa Louis Vuitton che hai sempre sognato (0 punti)

A Natale quanti regali chiede tuo figlio a Babbo Natale?

  • Solo uno (1 punto)
  • Neanche uno, perché crede che Babbo Natale non esiste (0 punti)
  • Tra 1 e 5, ma poco costosi (2 punti)
  • Tra 1 e 3 ma molto costosi (4 punti)
  • Più di 5, compreso Babbo Natale e tutti gli Elfi (7 punti)
  • Mio figlio come dono di Natale chiede sempre e solo la Scozia (8 punti)

Quante volte hai sculacciato tuo figlio? (con un semplice colpo sul culetto o sulla manina, ovvio)

  • Mai fatto (10 punti)
  • Una volta al giorno, per sicurezza (2 punti)
  • Qualche volta, ma così poche che non ricordo (3 punti)

Quanto spesso dai un premio al tuo bambino perché è stato bravo?

  • Mai, mio figlio non è mai bravo (0 punti)
  • Almeno una volta a settimana (2 punti)
  • Ogni giorno, basta che non incendi casa gli diamo un cornetto alla crema e una valigetta di lingotti d’oro (5 punti)

Risultati:

0-10 punti – Bimbo viziato livello Oliver Twist (lo vorreste anche viziare, ma siete poveri)
11-16 punti – Bimbo viziato livello Principe George (vizialo quanto vuoi, tanto ti disprezza a prescindere)
dai 15 punti in su – Bimbo Viziato livello Joffrey Barathion (Io ve lo dico, se fa decapitare il guardiano dei Nord poi sono cavoli vostri, vi aspettano 8 stagioni di massacri…)

Bene, abbiamo scherzato (perché ti pare che una pedagogista esperta in disciplina dolce ti proponga davvero un test per capire se tuo figlio è viziato?
Dai, non puoi averci creduto davvero!).

Ma scherzando, ho voluto toccare dei topic fondamentali e degli enormi fraintendimenti quando si parla (o quando la società ci parla) di bambini viziati, tra cui

  • il privilegio e i diversi livelli socio economici che caratterizzano la nostra società
  • la differenza tra richieste materiali e richieste/necessità affettive ed emotive dei nostri bambini
  • l’effettiva volontà/capacità dei bambini di creare circuiti manipolativi
  • le nostre proiezioni, non sempre corrette, sui nostri figli e il loro “funzionamento”.

Cerchiamo (stavolta seriamente) di fare chiarezza.

Come non viziare i propri bambini

bimbo crisi di pianto

Spesso la nostra paura di viziare i nostri figli viene da proiezioni esterne, da archetipi che abbiamo applicato o ci sono stati applicati da altri.
Diamo affetto, cerchiamo sorrisi, vogliamo accogliere richieste, cerchiamo di fare il meglio che possiamo… ma qualcuno è pronto a dirci “guarda che così lo vizi”;
A volte il senso di colpa o iper responsabilizzazione è anche fortemente auto indotto: quante volte noi stessi, guardando i figli di altri o i comportamenti di altri genitori, abbiamo detto o pensato “quel bambino è davvero viziato/quella mamma o papà stanno viziando quei bambini”?

Prima di tutto, quindi…

Definiamo (o ri-definiamo) il concetto di vizio

vìzio s. m. [dal lat. vitium «vizio»; cfr. vezzo]. – 1. Incapacità del bene, e abitudine e pratica del male; il concetto del vizio, sul piano morale, è dunque strettamente correlativo a quello della virtù, di cui costituisce la negazione. Nella teologia morale, v. capitali, i peccati capitali (superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia) quando siano considerati non nell’individualità dell’atto, ma come abitudini.

La definizione completa del lemma di vizio sulla Treccani è davvero interessante.

Applicato all’infanzia e ai comportamenti dei bambini, definiamo per abitudine “viziati” quei bambini che hanno troppo in termini di oggetti materiali, quei bambini che hanno troppo in termini di attenzioni non materiali, ma emotive, quei bambini che chiedono troppo e, ovviamente, quei bambini che fanno i capricci.

In questa concezione subentra e torna il concetto di “troppo“; che è una valutazione individuale e non generale, che varia da paese a paese, da famiglia a famiglia.
Come approfondiremo tra un attimo, un bambino che ha molti giochi in un’area povera del pianeta non si equipara ad un bambino che ha molti giochi in un paese più privilegiato dal punto di vista socio-economico.

E interviene, ovviamente, anche il concetto di capriccio, che per la pedagogia (soprattutto per la disciplina dolce) NON ESISTE, ma è solo la manifestazione di bisogni o il manifestarsi di un vero e proprio corto-circuito cognitivo. (Scopri meglio come funziona e cosa è esattamente il capriccio).

Se, dunque, il nostro obiettivo è quello di crescere bambini che sappiano dare il giusto valore alle cose, materiali e non solo, che non siano prepotenti con i loro pari e che non diventino manipolativi, dobbiamo liberarci dai nostri stereotipi su cosa è davvero il vizio e responsabilizzarci.

Impariamo a distinguere i bisogni materiali da quelli emotivi

disciplina dolce elena cortinovis

Dare un limite al regolo materiale, ritualizzarlo e legarlo ad eventi specifici, e non alla pessima pratica di premi e punizioni, è un buon modo per insegnare ai piccoli che “le cose”, intese come oggetti, non sono mai scontate né dovute.

Ma attenzione, perché ci sono delle cose che invece sono dovute eccome: l’amore e la manifestazione dell’amore incondizionato sono dovute, sempre. Anche quando i bambini non fanno esattamente quello che vogliamo, anche quando fanno ciò che noi reputiamo essere dei “capricci”.

I bambini hanno bisogno e meritano attenzione sempre, questa sì, è una cosa dovuta.
Sia ben chiaro, non voglio dire che se mentre accendiamo il fuoco nostro figlio vuole che lo guardiamo piroettare in cucina dobbiamo accontentarlo.
Ma se la frase “sta facendo i capricci per stare al centro dell’attenzione: ignoriamolo!” ti risuona familiare, sappi che non è una buona strada per educare il piccolo a non essere inutilmente capriccioso.
Se applichiamo l’arte dell’ignorare, stiamo insegnando ai nostri bambini che quando i genitori lo vogliono, loro possono diventare inesistenti (e questa è una terribile ferita per i bambini) e stiamo illustrando l’arte della manipolazione, che al di sotto dei 5 anni non sanno usare ma che potrebbero ben padroneggiare in pre adolescenza.

Qui ho parlato in modo più approfondito della manipolazione nell’infanzia.

Dunque, per tornare alla prima domanda del nostro opinabile test, prendere in braccia, abbracciare, accogliere, dare conforto ad un bambino quando ne ha bisogno, a prescindere dal motivo per cui ne ha bisogno, non corrispondere al viziare ma al formare un individuo forte e sicuro di non essere solo al mondo.

Impariamo a non dare etichette

Come dicevo prima, spesso diamo ad altri dei giudizi che, in un secondo momento, ci si ritorcono contro.
Ricordiamo sempre che quello che vediamo al parco, non è ciò che un bambino e la sua famiglia sono il resto della giornata e della vita.
Un bambino che piange spesso se non vede la mamma non è necessariamente un bambino mammone, piagnone, viziato: potrebbe essere un bambino che ha vissuto molti cambiamenti nei primi anni di vita (traslochi, turni variabili dei genitori, diverse baby sitter cambiate ecc.); Dunque è un bambino con una famiglia che ha attraversato delle difficoltà.

Queste variabili ignote si applicano a tutto o quasi tutto quello che capita nelle altre famiglie.

Allo stesso tempo, proteggiamo i nostri bambini dalle etichette che gli altri possono metter su di loro (o che possiamo noi stessi affibbiarli); bambino monello, bambina capricciosa, maschiaccio, piagnone… rischiano di passare da etichette a profezie, gabbia per il libero sviluppo dei nostri bambini

Sugli effetti delle etichette che diamo ai nostri bambini, ho detto qualcosa qui.

Riflettiamo sui dislivelli socio economici

Un bambino che ha un giocattolo da 1000 euro è necessariamente più viziato di un bambino che ha un giocattolo da 100 euro?
La risposta è semplice: no, non necessariamente.

Ogni famiglia dà quanto è in suo potere, anche su un piano di possibilità economica.
Anche un giocattolo di 100 euro è molto costoso agli occhi di una famiglia con reddito medio mensile di 1000 euro, e purtroppo siamo in un paese in cui le disuguaglianze sono sempre più nette.

Il punto su cui concentrarci è il valore che, come genitori, insegnamo ad attribuire ad ogni singolo regalo o oggetto materiale.

Concentriamoci sul trasmettere valori

Dunque, in un mondo in cui la giusta quantità delle cose materiali è relativa, mentre resta oggettiva l’essenzialità di dare affetto incondizionato ai bambini, l’insegnamento della preziosità di ogni cosa ricevuta è un percorso lungo, che si percorre

  • con l’esempio – se non vogliamo bambini manipolativi, non manipoliamoli
  • con la guida – anche il dare agli oggetti, ai regali, alle cose il giusto peso è una cosa che si impara con l’emulazione.
  • con la fiducia e la pazienza – le etichette non aiutano. Se un bambini vive un periodo turbolento, non è un “bambini cattivo” o “bambino capriccioso”.

Possiamo dare senza limiti, se insegniamo il valore delle cose.

a cuore acceso - elena cortinovis


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