Sono aperte le iscrizione per il Retreat Rivoluzione Gentile!

Togliere il ciuccio al bambino: approccio sbagliato che rallenta il processo

come togliere il ciuccio - janosch-lino-unsplash
Disciplina Dolce

Togliere il ciuccio al bambino: approccio sbagliato che rallenta il processo

Come togliere il ciuccio ad un bambino? Quando e come capire che è il momento per togliere questa abitudine consolatoria ai nostri figli? Come mai alcuni bambini non riescono a rinunciare, altri lo lasciano da parte da soli e altri non lo hanno mai avuto né richiesto?

Parliamo di questo tema, capiamo quali sono i miti da sfatare, capiamo perché togliere il ciuccio ad un bambino è una cosa tanto delicata quanto sfidante.

Chi mi segue lo sa, ho corsi molto gettonati su come affrontare momenti complessi e fasi di passaggio importanti nella vita dei genitori e dei bambini:


Nel mio shop trovi infatti

un corso su come preparare all’arrivo di un fratellino o sorellina

un corso sullo spannolinamento

un corso sull’ambientamento

un corso sulla gestione dei “capricci”

ma di ciuccio, no: di come affrontare il togliere il ciuccio ne parlo solo nelle consulenze individuali con genitori.
Perché? In fondo anche l’ambientamento e lo spannolinamento sono dinamiche molto delicate e che, soprattutto, seguono processi individuali e non standardizzabili.

Vero, ma il ciuccio è una cosa ancora più delicata, troppo soggetta a falsi miti, a pressioni sociali e false credenze da sfatare e decostruire ed è persino fonte di scismi e discussioni tra i professionisti della disciplina dolce.

Io stessa, qualche anno fa, sono stata letteralmente bannata da gruppi Facebook di disciplina dolce perché “ho tolto il ciuccio” alle mie bimbe, gemelle (ovviamente non l’ho sottratto con la forza o con bugie e strani trucchetti, ma le ho accompagnate, e tra un attimo ti dico come).

Ho scritto libri sulla Disciplina Dolce, tengo conferenze con regolarità sull’argomento, ma un gruppo Facebook non accetta che un genitore accompagni le bambine a mollare il ciuccio, perché secondo alcuni guru auto elettisi, è il bambino stesso che, fosse anche verso i 18 anni, capisce che forse del ciuccio non ha più bisogno.

Andiamo per ordine:

Cosa è il ciuccio, realmente?

Per noi adulti, per la società, il ciuccio è un feticcio. Un oggetto che serve a far smettere di piangere un bambino, una sorta di “tappo” che dà una possibilità di in più di far smettere il bambino di piangere.
Trattandosi di un oggetto molto presente nella vita delle famiglie con bambini, è stato ed è tutt’ora soggetto a generalizzazioni di ogni tipo, soprattutto, al giorno d’oggi, quella secondo cui è il male assoluto perché deforma il palato, fa crescere male i dentini, crea problemi futuri di postura.

Ma per un attimo, restiamo sul bambino e sui genitori.
Il ciuccio è uno strumento che risponde al bisogno di suzione; il seno materno risponde al bisogno di suzione e al bisogno di nutrimento, il ciuccio è un sostituto al primo bisogno, ovviamente non al secondo.

Il ciuccio è uno strumento meccanico “consolatorio” cui un bambino, svezzato o meno, ricorre per placare il bisogno di suzione.

perchè “dobbiamo” togliere il ciuccio?

paure dei bambini piccoli

Che il ciuccio non si debba usare per tutta la vita, e che dopo i tre-quattro anni sia importante staccarsene, non è e non deve essere oggetto di dibattito.
Il problema è che spesso la fretta e gli errori dei genitori e degli educatori in questo passaggio non porta a non avere più bisogno del ciuccio; la fretta nell’accompagnare i bambini a dimenticare il ciuccio è mossa da altri fattori.

Pressione sociale

Ci guardiamo intorno e vediamo i bambini degli altri senza ciuccio, perché i genitori lo hanno già fatto sparire o perché non lo hanno mai realmente usato. E ci sentiamo, come accade spesso a noi genitori, soli e giudicati.
In tal caso, può esserti di aiuto l’articolo “Giudizio degli altri e autocritica dei genitori”

leggi anche “La solitudine dei genitori, il vero problema della pedagogia moderna”

Esigenze sanitarie

Spesso sono i logopedisti o pediatri a farci notare che al nostro bambino il ciuccio sta provocando o rischia di provocare/aggravare dei problemi di pronuncia, la formazione di denti e gengive, la postura ecc.
In tal caso, la salute dei bambini viene prima di ogni cosa! Ma ci lasciamo sopraffare dalla paura e invece che accompagnare i piccoli a lasciar andare questo strumento consolatorio lo togliamo con forza, facendolo sparire da un momento all’altro, o raccontando frottole e favole, come “Babbo Natale quest’anno ti lascia i regali ma si porta via il ciuccio” (cosa che sento ancora in molte scuole dell’infanzia).

Togliere il ciuccio nel modo sbagliato e al momento sbagliato, dal momento che interrompe di netto la risposta ad un bisogno, rischia di portare a

  • bambino che sostituisce il bisogno di suzione con il dito e/o con magliette e lenzuola, braccio di un genitore
  • momenti di rabbia e crisi del bambino, che non saprà spiegare e che porterà anche noi in crisi

Come accompagnare all’abbandono del ciuccio

terribili due

Possiamo liberarci del ciuccio quando è il momento in cui il bambino non ne ha realmente più bisogno (cosa ottimale, ma non sempre possibile), oppure per esigenze esterne.

Capire se è il momento giusto

Arriva un momento in cui per i bambini che usano il ciuccio, questo diventa più un’abitudine che una consolazione/risposta ad un bisogno di suzione.

Se ad esempio il bambino dorme al nido o dai nonni e in un ambiente non sia quello delle routine casalinghe si addormenta senza ciuccio, possiamo intravedere un segnale che il ciuccio non è più una necessità ma un’abitudine.
Anche se dare il ciuccio non funziona più per calmare il pianto, è indicativo che anche il ruolo consolatorio viene meno.

Se anche a casa cambiamo di poco le piccole routine legate al ciuccio, potrebbe essere molto più semplice ridurre più velocemente questa dipendenza.

Supporto di tutta la rete famigliare

Se il bambino trascorre molto tempo con i nonni, o con gli zii, o con la baby sitter, è importante coinvolgere anche loro, tutti gli attori, in questa fase di passaggio. Se a casa stiamo cercando di modificare alcune routine tra cui il ricorso al ciuccio non appena il bambino piange, è bene che gli altri siano disposti a fare lo stesso.

Cambiamo anche la nostra dipendenza dal ciuccio

Diciamocelo, senza vergognarcene (perché la nostra vita da genitori è complessa e da sempre cerchiamo soluzioni punk per sopravvivere): spesso usiamo anche noi, per abitudine, il ciuccio come “tappo” del pianto del bambino.
Il bimbo piange? Dagli il ciuccio e vediamo se per smette almeno per un po’.
Come dicevo qualche paragrafo fa, il ciuccio ad un certo punto perde il suo potere consolatorio e non basta a far smettere di piangere un bambino. Paradossalmente, in questa fase, il bambino è vicino a questa indipendenza dal ciuccio, ma noi no, perché quel “tappo” era un feticcio che ci faceva comodo.

Beh, è il momento di imparare a decodificare il pianto, che risponde a tantissime esigenze diverse. E’ il momento dell’ascolto empatico e della pazienza.

ISCRIVITI ALLA MIA NEWSLETTER

Due lettere al mese in cui ti racconto, anche con la mia voce, novità ed approfondimenti.
Ma non solo! Ti regalo il 10% di sconto su tutti i miei corsi online.