Cambiare schemi mentali, lavorare su noi stessi per migliorare il nostro modo di valutare quello che ci accade intorno e, soprattutto, quello che viviamo dentro di noi, è possibile.
Anzi, cambiare i nostri schemi mentali per essere più felici di noi stessi non solo è possibile, è letteralmente la base teorica e pratica della Disciplina Dolce, l’approccio pedagogico che ci aiuta a far crescere bambini sereni, indipendenti, e che aiuta noi a crescere come individui e, parallelamente, come genitori.
Oggi scopriamo insieme dei metodi concreti, delle vere e proprie buone pratiche semplici da mettere in pratica ma di grande impatto sulla nostra vita per rompere antichi schemi che ci tengono incatenati e scoprire una nuova versione di noi, come adulti, come genitori di noi stessi e poi come genitori dei nostri figli.
Lascia alle spalle il “si è sempre fatto così”
Forse la cosa più difficile da fare, ed è per questo che la metto in cima agli esercizi della tua palestra di cambiamento.
Il “si è sempre fatto così” è una frase reale e mentale invalidante non solo in pedagogia, dove comunque non è affatto vero che si è sempre fatto così., come spiego in questa puntata del mio podcast
Spesso, il si è sempre fatto così è il vestito più elegante e accettabile del “gli altri vorrebbero che facessi così”.
Le persone che ci stanno intorno hanno aspettative, di certo piene di buona fede, ma che non sempre corrispondono al nostro modo di volere la nostra vita.
La tecnica del journaling
Hai mai sentito parlare del journaling?
Si tratta della pratica di annotare non tanto ciò che ci accade e basta, ma ciò che proviamo, di giorno in giorno, all’interno degli eventi della nostra vita; una versione più interiore e ragionata del diario segreto dell’adolescenza, ci aiuta a visualizzare e dare una forma alle nostre emozioni.
Hai mai sentito parlare del journaling?
Si tratta della pratica di annotare non tanto ciò che ci accade e basta, ma ciò che proviamo, di giorno in giorno, all’interno degli eventi della nostra vita; una versione più interiore e ragionata del diario segreto dell’adolescenza, ci aiuta a visualizzare e dare una forma alle nostre emozioni.
Soprattutto, ci permette di dare una legittimazione a quello che proviamo, di giusto o di meno giusto.
Il journaling mi ha aiutata moltissimo nel mettere a fuoco alcuni stati d’animo legati ad azioni che io stessa compievo, spesso in modo automatico e inconsapevole.
Il Journaling fatto con regolarità, oltre ad essere a mio personale avviso un’attività molto rilassante, ci aiuta a focalizzare quei pensieri che possiamo modificare, perché non fanno bene alla nostra vita.
Per approfondire le tecniche di journaling a livello pro e approcciarsi alla ri-scrittura della propria vita, consiglio il blog della mia amica e writing mentor Valeria Da Pozzo.
Modifica le piccole routine
Alla base anche dell’esercizio di una genitorialità serenamente flessibile, c’è l’esercizio del cambiamento delle routine man mano che bambini e famiglia crescono cambiano le loro abitudini.
Ne avevo parlato nell’articolo sull’essere genitori flessibili.
Anche la nostra vita come persone adulte, indipendentemente dall’essere o meno genitori, è organizzato in routine; contrariamente a quello che si può pensare, le routine non sono affatto negative.
Spesso ingiustamente associata alla noia, in realtà le routine, cioè le piccole azioni che ripetiamo nel quotidiano, sono fin dall’infanzia e poi anche in età adulta degli indispensabili porti franchi, dei modi per sentirci al sicuro in un mondo in continuo mutamento.
La cosa ancora migliore delle sante routine è che, soprattutto se siamo consapevoli di quali sono le nostre, possono essere modificate.
Anche il semplice cambiar metodo per andare al lavoro ogni giorno è un cambiamento che può diventare una piccola grande rivoluzione nella nostra vita.
Faccio solo un piccolo esempio:
pensiamo di non andare più in ufficio in auto, ma con i mezzi pubblici.
Ci metteremo di certo più tempo, ma sui mezzi ci prendiamo del tempo per leggere un giornale o un libro. I mezzi diventano un luogo franco, una camera di decompressione tra casa e ufficio.
Cambiando una piccola abitudine abbiamo cambiato la nostra routine mattutina (sveglia prima per arrivare in orario, leggere di più, avere momenti in cui non facciamo nulla se non aspettare, ci muoviamo di più… e siamo anche più sostenibili).
Una piccola decisione nella nostra vita, un minuscolo cambiamento, ci ha imposto un effetto domino tanti altri micro cambiamenti che, alla lunga, saranno una vera rivoluzione alla tua vita .
Esempi di piccole nuove abitudini che possono cambiare schemi mentali:
- passeggiare mezz’ora al giorno al posto di usare l’auto
- iniziare regolarmente a meditare
- decidere di silenziare tutte le notifiche delle app sul cellulare
- dedicare 15 minuti ogni due giorni ad attività manuali
- andare al cinema una volta a settimana
- andare a teatro una volta al mese
- uscire da soli, senza bambini, una volta al mese (almeno)
- fare un viaggio all’anno
- fare un viaggio all’anno… senza figli (in questo articolo ti parlo della mia esperienza e di come ho fatto a venire a patti con i sensi di colpa)
Esercita il pensiero divergente
Cosa è il pensiero divergente?
Si tratta della capacità di trovare soluzioni creative, intuitive, alternative a problemi e questioni generalmente affrontate in maniera rigida.
Il pensiero divergente è parte del nostro essere umani, e ne abbiamo un saggio esemplare proprio nei bambini; chi ha dei bambini più piccoli di dieci anni, avrà grande vantaggio nell’allenare il pensiero divergente osservandoli agire e giocare.
Ho scritto un approfondimento sul pensiero divergente dei nostri bambini e come alimentarlo, perché tornerà incredibilmente utile nella loro vita.
Per noi adulti, le attività che ci aiutano ad esercitare creativamente e in maniera quasi inconsapevole il pensiero laterale sono le attività artistiche, le attività manuali, e, soprattutto, il provare il più possibile a metterci nei panni degli altri
Allena l’empatia
Risolvere problemi e conflitti in modo alternativo a come abbiamo sempre fatto è una delle cose che comporta maggiori cambiamenti nella nostra vita, sia in positivo che in negativo.
Sviluppare un atteggiamento ciclicamente oppositivo, entrare perennemente in guerra con il mondo, sentirci costantemente perseguitati e messi al muro ci porta inevitabilmente a deteriorare le relazioni con l’esterno. Ma è qualcosa dentro di noi che, per prima, si è incrinata.
Migliorare i nostri rapporti con noi stessi e con le altre persone, anche senza diventare dei passivi “yes men” o “yes women” è possibile, in primis allenando l’empatia, parte integrante dell’esercizio al pensiero divergente.
Provare a metterci nei panni degli altri, senza necessariamente restarci o senza dover, per questo, giustificare qualunque cosa, è un modo per capire il punto di vista degli altri, anche quando è errato.
Di conseguenza, possiamo usare una migliore comunicazione per asserire in modo deciso ma non aggressivo il nostro punto di vista.
Se stai pensando “e quando saranno gli altri a mettersi nei miei panni?” è sintomo che il tuo “dialogo interiore” e i tuoi schemi pregressi stanno prendendo il sopravvento. L’empatia non serve per andare incontro altri anche quando non vorremmo, ma per capire come poter risolvere un problema analizzandolo da un’altra prospettiva.
Se ti metti nei panni di altri, non fai un torto a te stesso, ma crei degli schemi mentali nuovi per vivere meglio un momento.
Cambia modo di comunicare (con te stesso)
Cambiare metodi di dialogo con gli altri passa necessariamente attraverso la modifica al nostro dialogo interiore.
Spesso mettiamo in campo una comunicazione aggressiva o passivo aggressiva con noi stessi.
Quante volte commettiamo un piccolo, piccolissimo errore, dal dimenticare dove sono le chiavi o al far cadere una goccia di acqua sul pavimento, e subito infieriamo con parole come “che stupida!/ma che cogl….” ecc.?
Quante volte guardandoci allo specchio appena sveglie, ci diciamo “ma che cesso!”.
Eppure non diremmo mai la stessa cosa (spero) ad un’altra persona! Non è tanto accettato l’infierire verbalmente sulle persone per un piccolo errore (ma neanche per errori maggiori, direi); non daremmo mai del cesso ad un collega appena incontrato nel corridoio dell’ufficio, fosse anche solo per non scatenare una lite.
Eppure non riserviamo a noi stessi e la stessa premura.
Beh, dovremmo. E se iniziamo a rivolgerci a noi stessi con più gentilezza, tutto cambia.
Cambiare le parole che usiamo ogni giorno verso noi stessi cambia moltissimo i nostri schemi mentali.
Ogni parola cambia il nostro pensiero, lo scava, lo modella. Cambiare il pensiero equivale a cambiare azioni ed emozioni e questo ci cambia la vita.
Ti suggerisco un approfondimento che ti aiuterà a cambiare la tua comunicazione con te stesso.