Parto senza figlie e marito: superare sensi di colpa e far stare bene i bambini

Disciplina Dolce

Parto senza figlie e marito: superare sensi di colpa e far stare bene i bambini

Scrivo questo articolo mentre sono su un treno che mi sta portando a Milano Marittima. Nulla di stano starai pensando, ma dentro di me ci sono molte emozioni contrastanti. Già, ho due bimbe di 4 anni e questo treno per la prima volta mi porterà tre giorni senza di loro. Qualche settimana fa mi ha scritto Francesca, una mia grande amica che vive in America da molti anni, e a causa del Covid non è potuta rientrare in Italia per molto tempo.
“Elena, torno in Italia, dobbiamo assolutamente vederci!”
Settimana di ferragosto – Milano Marittima, vi lascio immaginare quanto sia stato impossibile trovare un hotel libero a prezzo “umano”.
Mio marito mi guarda e dice “Elena, vai da sola. Ti fai una esperienza diversa e non stressiamo le bambine tre giorni nei quali non ti vedranno nemmeno perchè parlerai tutto il giorno con la tua amica!”

La mia prima reazione è stata tipo NONPOTREIMAIIII – SEIPAZZOO… Ma poi ci ho pensato con più razionalità. Ho deciso che si, tre giorni con me stessa mi avrebbero fatto bene. Avrei ricordato cosa significa essere Elena, e non solo “mamma Elena”, le mie bimbe sarebbero state al sicuro con un papà meraviglioso e… Me lo sarei meritata!

In questo articolo ti voglio parlare di quelle strategie utili da conoscere nel momento in cui decidiamo di partire qualche giorno senza figli e marito… Godendoci l’esperienza senza sensi di colpa!

Elena cortinovis - Mamma - educatrice - disciplina dolce

Dire la verità

Metto questo punto subito, perchè è fondamentale.
La verità è l’arma più potente nella crescita dei nostri figli, non dimenticartelo mai.
Ad esempio?
– Se hai organizzato un viaggio di qualche giorno con amici, non raccontare che il viaggio è di lavoro.
– Se starai via due giorni, non dire che dopo due ore sarai a casa
– Se vai al mare non dire che ti chiuderai in un ufficio
L’elenco potrebbe continuare a lungo.

Ricorda che i bambini non sono stupidi, capiscono più di quanto immaginiamo ma soprattutto ascoltano e osservano meglio di noi.
Ci sono dettagli che a noi potrebbero sfuggire, ma a loro no. Se al tuo rientro mostri le foto della tua vacanza a tuo marito ma a loro avevi detto che eri al lavoro? Non potrebbero sentirsi traditi? Esattamente come ci potremmo sentire traditi noi nel momento in cui qualcuno costruisce la sua relazione sulla bugia.

Ovviamente verità non significa caricare i figli di responsabilità o timori troppo grandi. La nostra comunicazione sarà sempre ponderata all’età di nostro figlio.

Quando nella tua mente sorge la domanda “Cosa dico a mio figlio?” Immaginati Elena Cortinovis che ti dice “La verità!!”

Comunica il viaggio con i giusti tempi 

Dopo il come, spesso arriva il quando.
Quando devo dire a mio figlio che non mi vedrà per qualche giorno? Un mese prima? il giorno prima? Un’ora dopo?

Il mio consiglio è quello di non iniziare mesi prima ad avvisare della vostra partenza (ma in generale di un grande cambiamento, ad esempio ambientamento a scuola). Iniziare troppo presto rischia di creare molta frustrazione nei bambini – soprattutto sotto i 6 anni – poichè non hanno tangibilità del tempo. Il rischio è prolungare l’ansia da distacco per molto tempo. Basterà avvisarli qualche giorno prima, con le accortezze che vedremo nel prossimo paragrafo.

Non esistono “giusti tempi” in assoluto, ogni bambino ha i suoi. Il campanello d’allarme che ci potrebbe indicare che il bimbo non ha compreso quando la mamma partirà potrebbe essere l’incessante richiesta del piccolo sul “è oggi che parte la mamma?”. In questo caso riprendete il discorso a ridosso della data, in quanto il tempo passerà più velocemente e non vivrà nel limbo del non capire quando sarà il giorno esatto.

Coinvolgili nel progetto

E’ arrivato il giorno in cui vuoi comunicare a tuo figlio che partirai qualche giorno senza di lui.
Probabilmente sarai un po’ agitata e per questo condivido con te due suggerimenti molto carini per aiutarti in quel momento.

  1. Prendi una cartina e mostragli il tuo itinerario: dove andrai, qualche foto della località e altri dettagli carini del tuo progetto
  2. Un calendario aiuterà a rendere tangibile il tempo! Potrete segnare i giorni in cui non ci sarai e chiedere alla persona che starà con lui di cancellare i giorni man mano che passeranno

A volte la mente di noi adulti ci porta a omettere alcuni dettagli per paura di creare ancora più confusione nella mente del bambino, ma in realtà non è proprio così. La mente del bambino lo porta ad avere sempre tantissime domande. La sua mente è frizzante, attiva e dinamica. Se non trova risposte da chi ha vicino, se le troverà da solo.
Purtroppo le risposte che può trovare un bambino di 4, 6, 8 anni possono essere molto più complesse di quelle che potrebbe dare un adulto!

Ogni quanto sentirli e come comunicare con loro?

Questa è una delle domande che più mi sto facendo. Vorrei chiamare le mie figlie cento volte a giorno. Ma poi penso “No, meglio non chiamarle mai, altrimenti si ricordano che non ci sono e vanno in crisi”.. Aiuto! Sono confusa.
Le mie due personalità combattono. Condivido i loro pensieri. Lascerò a te la libertà di decidere quale delle mie due linee di pensiero è più affine a te.

La me pedagogista ti direbbe: chiama il tuo bambino seguendo alcune routine. Ad esempio chiamalo tutte le mattine dopo che ti sarai svegliata per dirgli che ti è mancato tanto e la sera prima di andare a letto per raccontagli tutte le tue avventure. Questo aiuterà non solo il tuo bambino, ma anche chi se ne occuperà, in quanto saprà esattamente come scandire le routine a casa.
I bambini amano le abitudini, e sapere che in certi momenti della giornata riceverà la chiamata della mamma sarà davvero bello.

La me mamma, però, ti dice: non diventare schiava di questa routine! Se durante la giornata il tuo bambino ti mancherà, sentiti libera di fargli una chiamata a sorpresa per digli che lo pensi! Sarà un atto dolcissimo che non lo destabilizzerà in alcun modo.

Ok il regalino, ma spiegalo così

Ovviamente il cuore di mamma ci porterà a comprare decine di inutilità da portare a casa a nostro figlio per sopperire la nostra mancanza e affievolire i nostri sensi di colpa.
Sappiamo che è inutile, ma sappiamo che lo faremo lo stesso ehhh!
Quindi parliamone.
Il regalino post-vacanza non deve essere un premio (Leggi questo articolo per approfondire) perchè è stato “bravo” senza di te. Deve essere un modo per dirgli “ti ho pensato”.
Quando sarai in vacanza senza i tuoi figli e senti l’irrefrenabile impulso di comprare qualche fantastico peluches o braccialetto con le conchiglie, pensa a lui. Quando rientrerai a casa il regalino non sarà solo qualcosa di materiale. Si trasformerà in una storia, un racconto.
Diventerà un modo per raccontare al tuo bambino un pezzo della tua vacanza, e condividere che in qualche modo c’era anche lui con te.
Non è meraviglioso?

Se l’altro genitore non se la sente? 

All’inizio di questo articolo ho scritto che parto con la tranquillità che Letizia e Ginevra staranno con mio marito, che sa darmi sicurezza nella loro gestione. Mi rendo conto che non è per tutti così.
Con questo non sto dicendo che i papà senza le mamme non possono cavarsela alla grande, credo fortemente nella parità genitoriale.
A volte semplicemente un genitore può non sentirsela nel stare più giorni da solo con i figli. E questo va legittimato.
Ci godremo le ferie senza sensi di colpa solo se saremo sicuri che i componenti della famiglia a casa che non viene con noi è tranquillo.

Il segreto in questo caso è la comunicazione.
Parliamo dell’organizzazione, valutiamo cosa potremmo fare per aiutarlo nella quotidianità e quali sono i suoi timori.
A volte basta poco per alleggerire le giornate da soli: i vestiti pronti o un piano B.
Cioè?
Sapere che eventualmente ci sia qualcuno disposto ad aiutare. Un nonno, una babysitter, una zia o un amico potrebbero davvero far la differenza!

In questo capitolo aggiungo una nota importante: comunicazione e coordinamento con chi starà con il bambino (la linea verità – vedi primo paragrafo – deve essere seguita da tutti e tutte).
Fondamentale è non mandare ai bambini segnali contrastanti!
Ovviamente ogni persona avrà la sua personalità e le sue modalità comunicative, ma tutti dovranno dare la stessa versione del motivo per cui la mamma è partita senza figli!

Ricongiungimento al ritorno: e se non mi vuole salutare?

Sono ancora sul treno ma già penso al rientro, quando le mie figlie mi rivedranno.
Sto via tre giorni e parlo come se stessi andando via tre mesi, va beh, non fateci caso, sono certa che mi capirete!

Nella mia mente c’è la scena di un film.
Io che entro in casa, lancio le borse a terra e le mie figlio corrono verso di me (al rallentatore ovviamente) dicendomi quanto gli sono mancata.

Alt!
Devo mettere i piedi per terra e dirti una cosa: spesso il ricongiungimento non va come ce lo aspettiamo.
I bambini non gestiscono le emozioni come noi.
Tuo figlio potrebbe reagire in due modi diversi che a volte spaventano: ignorandoti o diventando aggressivo.
Non lo fa perchè vuole fartela pagare, perchè non ti vuole più bene o perchè siamo state egoiste e cattive.
Semplicemente non sa come esprimere la forte emotività che prova. La gioia nel rivederti.
Così in questo caso è importantissimo non farlo sentire in colpa con frasi tipo:
“Non mi vuoi più bene”
“Se non mi dai un bacio la mamma è triste”
“Piango perchè non mi saluti”
“Me ne torno al mare”

Ma, al contrario, supportarlo in questa loro fatica, dicendogli che tu ci sarai quando se la sentirà e che ti è mancato molto.
Quando inizierai a svuotare la valigia, sono certa che sarà ben felice di aiutarti!


Le emozioni che sto provando sono tante. Sono certa che partire senza figlie e marito mi darà la possibilità di conoscermi meglio e tornare molto più carica e pronta a godermi le giornate con la mia famiglia!
I sensi di colpa sono parte della vita di noi mamme, ma dobbiamo trovare la forza di metterli da parte e goderci nuove esperienze.
Ah, già che ci siamo… Metti da parte anche la paura del giudizio degli altri. Ci sono persone che vivono per giudicare e puntare il dito, non meriti di perdere il sorriso per loro!

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