Insegnare il rispetto ai bambini, che cosa vuol dire esattamente? Molti genitori lo vivono come un mantra intergenerazionale, che viene dai nonni e dai nonni dei nonni.
E tutti, dal trisavolo in giù, fino ad arrivare a noi genitori di oggi, ci soffermiamo spesso su quanto per noi, per la nostra educazione, il rispetto per il prossimo sia alla base di tutto… “non come oggi”.
Alla luce di quanto rispetto ci veniva insegnato nel passato, magari con i vecchi metodi incentrati su premi, punizioni e paura, è davvero strano che il mondo sia una polveriera perennemente in fase di esplosione e che la società non sia quel paradiso di bontà e buona educazione che dovrebbe essere, non credi?
“Il rispetto è la prima cosa che si insegna ai bambini!”
Ma come lo insegniamo? E come ce lo hanno insegnato?
Con le minacce?
Con le punizioni?
Con le urla?
Non c’è da stupirsi se non funziona: non è il rispetto ciò che si insegna in questo modo, ma la paura, la riverenza che si deve a chi è più forte.
Sono la tua guida per la disciplina dolce, sono
Elena Cortinovis, pedagogista e divulgatrice.
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Come insegnare il rispetto ai bambini
Il fatto che il tuo obiettivo come genitore, o uno dei tuoi obiettivi, è quello di insegnare il rispetto per il prossimo e per gli adulti, e ovviamente per te, è di certo lodevole.
Rispettare i propri punti di riferimento è il primo fondamentale tassello per portare al rispetto dei pari, della cosa pubblica, del prossimo… indipendentemente dall’età e dalla posizione sulla scala sociale.
Ed è proprio qui che molti genitori commettono degli errori che non portano affatto al rispetto ma… alla società di oggi.
Essere genitore non dà automaticamente diritto al rispetto
Né essere genitore né essere l’adulto/anziano dà automaticamente diritto al rispetto.
Parere impopolare, ma reale. Il rispetto va insegnato e anche guadagnato.
E dal momento che noi genitori siamo e saremo molto a lungo e il primo e il più importante esempio per i nostri bambini, se insegnamo cose attraverso punizioni, urla, minacce, “botte sulla manina o sul culetto” (che non fanno male ma umiliano e sono inutili dimostrazioni di potere), non stiamo insegnando il rispetto… ma la paura.
Stiamo insegnando che si rispetta chi è più forte
Stiamo insegnando che si rispetta chi ha potere
Stiamo insegnando che si rispetta chi urla più forte e non chi ha più cose da dire
Non delegare ad altri
“Se non fai/ se fai […] lo dico alla maestra”
“Guarda che lo dico al papà/mamma e poi son guai”
“Se fai i capricci lo dico a Gargamella e ti viene a prendere”.
Ora, noi vogliamo come genitori proporci come autorevoli ed essere rispettati come guide… ma per far rispettare le regole scarichiamo su soggetti assenti e non sempre consenzienti l’onere della minaccia. E talvolta deleghiamo a persone o entità di fantasia, dal lupo a Gargamella, dalla strega ad improbabili uomini neri.
Questo, oltre a non alimentare la stima verso persone esistenti e importanti nel processo di costruzione di fiducia dei bambini, ci rende anche figure meno forti ai loro occhi.
Quando diamo una regola, cose fondamentali nella crescita e nel benessere dei bambini, dobbiamo saperci prendere l’onere di farla rispettare.
Nella Dolce Guida si parla di creazione e rispetto delle regole in modo molto approfondito, perché sono assolutamente consapevole di quanto sia sfidante per i genitori farle rispettare in modo autorevole e sicuro ma non minaccioso.
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L’errore della supplica
Molti pensano, basandosi su luoghi comuni e poco approfondimento, che gli approccio educativi opposti alla vecchia pedagogia basata sulle punizioni, consista nel “pregare” i bambini a fare le cose.
Ti prego, mangia.
Ti supplico, vai a nanna!
O ancora, si fa molta ironia sull’educazione rispettosa rappresentandola con genitori che, durante una crisi di pianto dei bambini, parlano con improbabili frasi filosofiche o spiegando Jung.
Ok, se si scherza, si ride, ci mancherebbe.
Ma siamo adulti in grado di distinguere l’ironia dalla realtà, vero?
Bene, per la Disciplina Dolce, dimostrarsi assertivi, sicuri e “adulti” (nella migliore accezione del termine) è un paradigma cardinale, proprio perché fa bene ai bambini.
Con la Dolce Guida imparerai a dare regole facendole rispettare senza ricorrere all’utilizzo di premi e punizioni.
Troverai la stessa linea educativa tra te e il tuo compagno/a utilizzando la CNV (comunicazione non violenta).
Farai tue tutte le strategie di ascolto attivo che ti salveranno dalle giornate più difficili.
In questo video, lascio la parola a chi ha vissuto l’esperienza della Dolce Guida.