Regali ai bambini: errori da non fare e trucchi per non viziarli

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Disciplina Dolce

Regali ai bambini: errori da non fare e trucchi per non viziarli

Regali ai bambini: io amo farne. Come tutti i genitori mi pongo domande su quale sia la giusta quantità, la giusta occasione, il giusto gioco.
Amo fare dei regali alle mie bimbe ma, da pedagogista, so che i regali materiali possono avere dei “lati oscuri” e che ci sono dei meccanismi cognitivi che rischiano di renderli “viziati” o, più correttamente, “regalo-dipendenti”.

In questo articolo ti spiego come fare dei regali con serenità, senza rendere i bambini ossessionati dai regali materiali e quali sono gli errori da evitare nell’atto del regalo al bambino.

Elena Cortinovis pedagogista

Se vuoi, puoi ascoltare i contenuti di questo articolo anche nell’episodio 47 del mio podcast

Gli aspetti cognitivi e psicologici del regalo nel bambino

L’effetto cognitivo e psicologico di un regalo tra adulto e bambino è molto diverso.

Se un adulto associa ad un regalo alcuni elementi come la gratitudine, il senso di prossimità (quanto è azzeccato? Mi rappresenta? Chi mi fa questo regalo ha dimostrato di conoscermi?), per un bambino il livello è molto più semplice e basato su associazioni più primordiali.

Scartare un regalo provoca una scarica di adrenalina, un’emozione legata all’attesa, al mistero, alla magia e al così detto “Effetto WOW”, del quale abbiamo già parlato.

Questo è senza dubbio molto bello, ma ricordiamo che la scarica di adrenalina può causare dipendenza, soprattutto nel caso di bambini che ricevono troppi regali, troppe “sorprese” da scartare.

Errori da non fare quando si fanno regali ai bambini

Fare troppi regali, non ritualizzati

Facendo troppi doni si carica un bambino di sensazioni chimiche delle quali non sa più fare a meno, e la sua soddisfazione rischia di essere solo associata al ricevere l’ennesimo regalo.
E non c’è da stupirsi se molti bambini che ricevono troppi regali, perdono velocemente interesse per gli oggetti ricevuti: non è l’oggetto in sé che li rende felici, ma l’emozione del ricevere il regalo.
I rischi di fare “troppi regali” sono tanti, ma in primis

  • legare la loro soddisfazione solo allo scartare l’ennesimo regalo
  • dunque, aumentare il senso di frustrazione laddove nulla gli basta mai
  • farlo stancare velocemente di tanti giochi che ci riempiono casa
  • allontanarli dal gioco autonomo e dal gioco destrutturato che, come detto in precedenza, ha invece un valore importantissimo nella loro crescita.

Regalo per compensare un senso di colpa

Spesso noi genitori, quando costretti da lavoro o dinamiche di vario tipo a trascorrere molto tempo lontano dai nostri figli, ci sentiamo in colpa. E io vi sono vicina e ne so davvero qualcosa, tanto che anche per me è difficile resistere alla tentazione di portare o promettere di portare un regalino quando torno a casa dal lavoro o dai viaggi che di tanto in tanto faccio da sola o con mio marito (se vuoi sapere come sfuggire al senso di colpa in questi casi, leggi qui).

Non vivo sulla montagna del sapone, e so bene che quando andiamo via e il nostro bimbo piange, la cosa più veloce che riusciamo a dire è “quanto torno ti porto una sorpresa”. Non lo diciamo solo per toglierci un problema, ma perché noi stessi ci sentiamo in dovere di espiare quell’assenza.

Ma così associamo l’assenza (e la sofferenza) ad una ricompensa, e nel nostro tentativo di insegnare ai nostri figli la complessa arte della felicità e delle relazioni sane, questa non è una grande mossa.

Non mi stancherò mai di raccomandare l’importanza di trascorrere tempo di qualità, tempo breve ma intenso, ricco di attenzione ed interesse con i nostri figli: non è solo retorica, ma in parte scienza. Un bambino al di sotto di sei anni non è in grado di capire davvero se trascorri con lui otto ore o due ore, ma è assolutamente in grado di comprendere l’intensità della tua attenzione e della tua presenza e, quindi, di riempire il suo bagaglio emotivo.

Associare il regalo ad un premio (e, per contro, ad una punizione)

Usciamo dall’idea tossica del premio-punizione.
“Se fai li bravo ti regalo/Babbo ti porta” o, peggio “Se fai il cattivo la Befana non ti porta i regali e ti dà solo carbone” .

Questo rende le dinamiche dei regali (e quindi delle relazioni che li sottendono) un meccanismo tossico.
Il regalo è sempre, solo, “regalo”, niente di dovuto, neanche se sei bravo.

Per non parlare del fatto che fino a 5-6 anni fare il bravo davvero non vuol dire niente. NON ESISTONO BAMBINI CATTIVI, ma bambini che hanno dei bisogni e cercano in ogni modo di farcelo capire.
Ed esistono genitori che hanno aspettative sbagliate sul comportamento dei figli.
Attuare questo meccanismo per cui un dono è solo dono, e te lo faccio perché ti penso e ti amo e non perché sei buono o cattivo, è una vera e propria rivoluzione, perché stiamo andando contro meccanismi contorti di una società che possiamo cambiare, anche come educatori.

Strategie per evitare dipendenza da regalo, i.e., come fare regali senza viziare

Ora, nel linguaggio spesso approssimativo di noi adulti si associa al bambino viziato l’immagine di un bambino che

  • vuole sempre nuovi regali e se non è ha è “capriccioso” (leggi frustrato e triste). E i motivi li abbiamo già spiegati nei precedenti paragrafi;
  • dimentica presto i vecchio giochi, volendone sempre di nuovi.

Ecco alcuni trucchi per evitare tutto questo.

Del valore del gioco, della gestione dei regali e delle sorprese, fino a raggiungere la pratica dell’organizzazione degli spazi (anche tra fratelli!!) ne parliamo in uno dei miei corsi: L’arte del gioco.

Iscriviti prima che finiscano i posti

  • le feste comandate ci aiutano: se leghiamo il regalo ad un rituale (Natale, per i Cristiani, o altre feste per altre culture e religioni, compleanni), il messaggio incamerato è che il carico di regali è contingentato ad occasioni collettive e non a quanto sono buono, cattivo… amato.
  • Quando sappiamo che nostro figlio riceverà molti regali da scartare (ad esempio per Natale o compleanno), pianifichiamo di regalare un’esperienza, una gita al luna park, un piccolo viaggio insieme. In questo modo insegnamo che la sorpresa e l’attesa non è legata, nella vita, solo all’oggetto ma anche alle esperienze.
  • Attuare la rotazione dei giochi: abbiamo già parlato dell’importanza di rendere lo spazio dei giochi ordinato; con la rotazione dei giochi possiamo mettere “a vista” ciclicamente vecchi giochi, dei quali i nostri piccoli si sono dimenticati o quasi, e archiviamo per un po’ quelli più recenti. L’effetto sorpresa ci sarà di nuovo, per i vecchi giocattoli. Aiutiamoci con piccoli trucchi da Fattore WOW.

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