Alcune emozioni dei nostri figli, emozioni distruttive, se perpetrate nel tempo e non ben gestite dai riferimenti adulti, rischiano di modificare il funzionamento a lungo termine del loro cervello… proprio come è accaduto a molti di noi, oggi adulti.
Capiamo cosa accade nel cervello dei nostri bambini quando hanno crisi di rabbia incontenibile, cosa accade nel nostro cervello nel ricevere queste situazione e come siamo portati a reagire.
Capiamo anche e sprattutto come mettere da parte sensi di colpa e “agire” in modo sano.
Se questi temi ti stanno a cuore, ti invito ai due webinar completamente gratuiti che terrò online
- il 9 ottobre 2024 alle 13.00 – Come riconoscere e gestire le emozioni dei bambini
- l’11 ottobre 2024 alle 13.00 – le 5 emozioni da tenere sotto controllo
Entrambi li appuntamenti saranno registrati.
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Pensa a questa scena, sono certa che molti si riconosceranno, perché capita a tutti i genitori.
Sei in giro in centro città, a prendere finalmente un po’ d’aria. Strada verso il parco o verso il mini market di quartiere.
Con te c’è il tuo bambino, magari anche due, entrambi sotto i sei anni.
Passate davanti ad una vetrina, che è lì da un secolo, che conoscete bene, ci siete passati davanti un milione di volte, ma questa volta… tuo figlio vuole “quel” gioco.
Gli spieghi che no, non è il momento, adesso non si comprano giochi, stiamo andando al parco, magari potremo metterlo sulla letterina di Natale o chiederlo per il compleanno ma ora no.
Segue crisi di pianto, di urla, che non smette, va avanti anche al parco e sulla via verso casa.
La stessa cosa può accadere davanti ad un’altalena dove il bimbo vuole andare a tutti i costi anche se è occupata/rotta/inagibile/non è un’altalena ma una gru per montare una pala eolica…
Crisi di pianto e urla incessante, il bambino lancia oggetti, strappa quello che ha indosso.
E anche noi oscilliamo da un momento di imbarazzo (per quello che pensano gli altri) per poi scivolare presto nell’impotenza e, quindi, nella rabbia.
Dunque, in preda anche noi alle nostre umane emozioni, reagiamo con urla, minacce, promesse di non tornare mai più al parco. All’inizio proviamo anche con le buone, cercando di “farli ragionare” con una bozza di dialogo filosofico da film… ma niente, più facciamo più la situazione si aggrava.
E questo, sappiamo solo noi genitori che livello di frustrazione e impotenza ci fa sentire.
Per capire se ci sono soluzioni, serve prima capire, cari genitori, cosa accade realmente nel cervello dei nostri bambini in situazioni simili.
Emozioni distruttive: cosa succede nel cervello di un bambino
Ricordiamo sempre che il cervello dei nostri bambini è come un computer in lenta fase di costruzione:
Alcune aree del cervello non funzionano ancora, sono dormienti, disattivate.
Quando un bambino vive emozione forti, si attiva un “allarme rosso” sull’amigdala, una ghiandola “guardia”, che ci ha letteralmente permesso di evolverci e sopravvivere come specie animale. L’amigdala controlla se c’è un pericolo.
Se si attiva, entra in funzione la parte più istintiva e “fuori controllo” del nostro cervello. Ma se da adulti i segnali di pericolo sono “addomesticati” in base alle reali circostanze di pericolo apprese con l’esperienza, nei bambini questo adattamento razionale non c’è.
Quando nel cervello si attiva il segnale di pericolo, la corteccia parafrontale, quella del controllo degli impulsi, nell’animale umano adulto si arresta e si agisce, appunto e dunque, di istinto.
Bene, nei bambini questa parte del cervello è ancora in fase di costruzione, non è mai del tutto attiva, come emerge dagli studi di Daniel Siegel, neuropsichiatra fondatore psicobiologia relazionale o neurobiologia interpersonale.
Tutto normale ma…
Fin qui, ho descritto una situazione che tutti i genitori vivono, perchè abbiamo capito che i bambini vivono emozioni forti e non regolabili, per via delle connessioni neurali ancora i fase di formazione.
Tuttavia, gestire bene questi momenti di crisi è fondamentale per il loro sviluppo negli anni a venire.
Non ti voglio spaventare, ma è bene essere consapevoli, oltre che di non essere soli, anche di essere responsabili come genitori della gestione di queste crisi.
Rischi nel neuro-sviluppo del bambino
Se le crisi distruttive, i momenti di rabbia e di oggetti lanciati per aria sono frequenti, e costantemente gestite con altrettanta perdita di controllo da parte dei genitori e/o delle figure accudenti di riferimento, i rischi per lo sviluppo del cervello del bambino ci sono. Il cervello inizia a cambiare.
Il cervello è per sua natura molto plastico e quello di un bambino lo è all’ennesima potenza. Il rischio della mala gestione dei momenti di crisi è di creare dei legami neurali che portano a reazioni eccessive di stress e ansia per tutta la vita.
Crisi gestite regolarmente male, con urla da parte tua, punizioni, incoerenza tra aggressività e sottomissione, poca assertività, non fa che aumentare i livelli di stress e cortisolo, ormone che se iper prodotto causa
- aumento dei livelli di cortisolo, quindi
- disturbi del sonno, quindi
- disturbi della crescita.
- distrazione e scarsa concentrazione
- scarsa memoria
- incapacità di gestire lo stress.
Anche noi adulti, nel nostro modo di gestire stress e ansia, siamo purtroppo figli della mancata gestione e regolazione delle nostre emozioni da parte delle nostre figure accudenti, quando eravamo bambini.
Leggi anche “Non è vero che siamo venuti su bene lo stesso“
Leggi anche “Terribili due, come gestire le crisi”
Possibili cause di crisi distruttive troppo frequenti
Chi conosce la Disciplina Dolce lo sa, ma meglio ripetere: il capriccio è solo un iceberg.
L’amigdala di un cucciolo umano tende a lanciare segnali di pericolo quando vede dei cambiamenti; ricorda che ciò che per noi è la prassi, tipo una vetrina che cambia, una strada nuova per andare da A a B, una cameretta nuova, per un bambino è una novità che non si sa dove porterà.
Se è vero che il nostro modo di gestire questi momenti fa la differenza sul loro esito, è anche vero che alcuni bambini sono più soggetti di altri a improvvise reazioni distruttive.
Gli elementi che le favoriscono sono
- vivere in un ambiente ad alto livello di stress (dove si urla molto, ad esempio)
- vivere in un contesto di troppi cambiamenti, non accompagnati di routine, che i bambini sono punti fermi importantissimi,
- reazioni aggressive dei genitori
- reazioni “incoerenti” dei genitori (oscillare dalle urla “smettila!!” alla supplca “ti prego dai adesso smettila”)
Come agire e reagire?
Non cadiamo nella trappola delle frasi fatte e del pressappochismo, lasciamo da parte la fregnaccia dei “bambini viziati” . Questi sono archetipi adulti, nostri concetti e teorie che usiamo come ancore di salvataggio quando non sappiamo come funzionano davvero le cose.
Ora che lo sai un po’ meglio, agisci di conseguenza.
Prima di lavorare sui nostri figli, o parallelamente a questo, c’è da lavorare su noi stessi, che magari siamo a nostra volta ex bambini cresciuti in ambienti ad alti livelli di stress.
- non serve urlare, bisogna riconoscere l’emozione che sta vivendo il bambino e agire di conseguenza
- sii coerente nella tua risposta: non oscillare dalla rabbia alla disperazione
- sii una guida solida, anche nella prossemica
- non temere il giudizio degli altri: stai vivendo quello che vivono tutti (ma tu, a differenza di molti, ti stai mettendo in gioco e in discussione)
Vorrei darti alcuni strumenti in più e con più calma nei due webinar dal vivo, gratuiti, del 9 e dell’11 ottobre 2024.
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