Il giochino dell’Elfo di Babbo Natale è una tradizione statunitense che prende sempre più piede in Europa e in Italia, soprattutto grazie alla presenza di questi elfetti nelle narrazioni sociali di influencer di varie parti del mondo.
Come si posiziona questo “gioco” nel mondo della pedagogia e, in particolare, della pedagogia rispettosa, i.e. nella DIsciplina Dolce?
In cosa consiste questo gioco… lungo un mese, che dunque rischia di essere estenuante per i genitori e persino per i bambini?
Io sono Elena Cortinovis, pedagogista, educatrice e sostenitrice della Disciplina Dolce.
Ho da poco pubblicato con Fabbri Editori il libro
A Cuore Acceso – consigli, giochi ed esercizi per vivere sereni in famiglia con la Disciplina Dolce
Una guida pratica e tantissimi spunti di riflessione per migliorare il nostro approccio pedagogico… e la nostra vita da adulti.
Clicca qui per averlo
The elf on the shelf: la nuova tradizione
In breve, the elf of the shelf (l’Elfo sulla mensola) è un Elfo in stoffa che, a partire dal giorno del ringraziamento (1 dicembre), viene messo sulle mensole delle case in USA e che, ufficialmente, “controlla” quello che fanno i bambini per riferirlo a Babbo Natale.
Nella notte, l’elfo (o meglio, gli Elfi perché, a quanto pare proprio come i Carabinieri della tradizione, vanno sempre in due) fa cose: prepara dolci, sposta oggetti, fa disegni e si sposta. Dunque ogni mattina, fino a Natale, i bambini vedono l’elfo sempre in una posizione diversa, il più delle volte buffa (a seconda della creatività dell’adulto che lo sposta, ovviamente) e trovano le tracce delle sue attività notturne.
I bambini sembrano entusiasti di questo gioco e faccio un applauso alla pazienza e alla fantasia dolcissima dei genitori che, tutti i giorni e tutte le notti, fino a Natale, inventano cosa far fare a questo elfo per vedere le facce felici, stupite, eccitate dei bambini.
Come mamma di due bimbe gemelle, so bene che l’idea di vedere la loro faccia al mattino, stupita dall’ennesima magia, val bene la sveglia al mattino presto e lo sforzo di fantasia!
Ma dove si rischia di sbagliare e trasformare un gioco in una pratica poco rispettosa dei nostri bambini?
La pericolosità dell’elfo di Natale
Paradossalmente, il primo problema sta proprio nella funzione che in America hanno dato a questi elfi e che noi rischiamo di importare senza alcun senso critico.
Nella tradizione nord europea da cui il gioco deriva, al posto degli elfi c’erano i troll, il cui ruolo era quello di proteggere la casa da eventuali spiriti maligni di passaggio nelle ultime settimane di autunno.
La versione americana ci porta, invece, verso la alla deriva dell’educazione basa su premi e punizioni.
Usare The Elf on the Shelf come spia che controlla per riferire a Babbo Natale se i bambini sono buoni o cattivi diventa per noi genitori un modo per
- delegare l’educazione dei nostri bambini a “estranei”.
Siamo noi, le figure genitoriali, che abbiamo l’onere educativo; spostare la responsabilità all’esterno, sotto forma di minaccia, sia l’Elfo, Babbo Natale, Santa Lucia, come anche il poliziotto, l’uomo nero, la zingara e chi più ne ha più ne metta, è un modo veloce per perdere credibilità e il ruolo di reale guida agli occhi dei nostri figli (oltre alle discutibili basi razziste in cui si radicano alcune di queste figure educative suppletive). - spaventare i bambini, invece di divertirli; anche se ridono eccitati nel vedere le nuove strane postazioni dell’elfo di Natale, se il suo ruolo narrato è quello del controllo loro avranno sempre un senso di minaccia dentro, il sentore di non essere a prescindere meritevoli di regali (e di amore);
- usare uno strumento di gioco per renderci la vita più semplice… a scapito del diritto al gioco fine a se stesso dei nostri bambini.
Insomma, il gioco dell’elfo sulla mensola può diventare un metodo manipolativo per tenere i nostri bambini sotto controllo, senza poi di fatto avere risultatati se non quello di rovinare quello che potrebbe essere solo un bel ricordo dell’Infanzia.
Ma allora, dovremmo cacciare gli elfi da casa? Niente elfo di Natale nelle nostre case e sulle nostre mensole?
Certo che no, non serve eliminare l’elfo dalle nostre case.
Elfi di Natale: come renderli davvero un gioco magico
Se il gioco dell’elfo misterioso e buffo che fa cose strane nottetempo ci piace e piace ai nostri bambini, non serve privarsene.
Ecco quello che, da pedagogista, ti consiglio per renderlo un gioco rispettoso dell’Infanzia.
- Non legare la funzione dell’elfo di Natale a quella di poliziotto spione.
La narrazione del gioco può essere che l’elfo arriva per stare in nostra compagnia e farci sorprese fino a Natale. Oppure possiamo dire che l’elfo resta a casa fino a Natale per riferire a Babbo Natale (o Santa Lucia) cosa è scritto sulla letterina. - Allontaniamo dalla nostra narrazione natalizia la diade bravo bambino-regali, bambino cattivo-carbone/niente regali. Lo so che l’hanno usata con noi, ma non è sempre vero al 100% che ha funzionato e che siamo venuti su bene lo stesso.
Un regalo è un regalo, un dono, e per quanto sia più che sano ritualizzarlo (regalo di compleanno, regalo di Natale, ecc.) è meglio non legarlo ad un processo selettivo di cui abbiamo inventato noi adulti i livelli di meritocrazia. - Divertiamoci con loro!
L’elfo non deve diventare l’ennesimo “lavoro” che dobbiamo portare a termine, l’ennesimo task che l’ennesima tradizione made in USA ci impone.
Se sentiamo di volerci uniformare a questa nuova tradizione, prendiamoci anche la libertà di personalizzarla con fantasia con i nostri bambini e compatibilmente con i ritmi della nostra famiglia.
Cosa piace/diverte particolarmente i tuoi bambini? Fai che l’elfo metta in pratica queste attività. Se vogliamo fare il gioco dell’elfo di Natale, facciamolo per loro e con loro… non per manipolare con una minaccia le loro piccole menti.
Non voglio fare il gioco dell’elfo di Natale: come faccio a spiegarlo ai miei bambini?
E se, per qualche motivo, proprio non vogliamo fare questo gioco, anche se tutti gli altri bambini lo fanno?
Come spiegare ai nostri bambini che questa nuova attività non entrerà nelle nostre case?
Il non uniformarsi è sempre una scelta difficile, coraggiosa in alcuni casi.
Io ti suggerisco di chiederti il reale motivo per cui non vuoi far entrare nella tua tradizione famigliare il gioco dell’elfo sulla mensola.
Se è perché non lo ritieni educativo, per via della dinamica spionaggio-premi-punizioni, ti hi appena dato delle opzioni per rendere il gioco dell’elfo di Natale più giusto e meno manipolativo.
Se i motivi sono altri, ad esempio il non voler dare l’ennesimo stimolo in un periodo già di per sé elettrizzante e (forse troppo) pieno di attività ed emozioni per i nostri bambini, è possibile avere il pupazzo dell’elfo… ma lasciarlo come giochino natalizio completamente nelle mani dei bambini, che possono dunque decidere se metterlo sull’albero o in cameretta, ma senza legarlo ad alcuna particolare attività o intrusione da parte di noi genitori.
Ho parlato dell’Estenuante attesa del Natale e di come reagisce il cervello dei bambini, anche in una puntata del mio podcast. Puoi ascoltarla qui.