Nell’esatto istante in cui nasce un bambino, nasce una mamma.
Il loro è un legame intimo ed unico, qualcosa che c’è da sempre e per sempre sarà.
Il primo mese di vita è uno scambio di respiri pelle a pelle, cuore contro cuore; al bambino non serve altro che l’abbraccio caldo della mamma, il suo odore, la sua voce sono le primissime esperienze sensoriali, del tutto appaganti rispetto ai bisogni di quel momento.
Le settimane passano, il bambino inizia ad avere confidenza con le mani, le braccia, il volto dei genitori; i suoni, gli odori e le luci di casa diventano sempre più famigliari, tanto da suggerire nuovi bisogni e nuove scoperte: le mani iniziano ad afferrare, la testa si regge da sola, a terra si esplorano i movimenti… il nostro bimbo è pronto per sperimentare cose nuove e noi possiamo creare per lui/lei un angolo che sia il SUO!
Come fare?
Ecco qui 5 cose da sapere sui primi spazi Montessoriani per i più piccoli
- L’ambiente.
Montessorianamente, l’ambiente è un “maestro”, è il primo nutrimento con cui la mente appaga i propri bisogni.
Fin dai primi mesi di vita possiamo creare in casa uno spazio che sia il più possibile adatto alla crescita e all’età del bambino.
Scegliamo un posto della casa che sia luminoso e di facile gestione.
Nella misura in cui potremo vivere questo spazio con il nostro bimbo, ci sentiremo sicuri di lasciarlo sperimentare, anche da solo, perché noi saremo sempre nelle vicinanze.
La nostra presenza rassicurerà il bambino e potremo fare di quel momento quieto l’occasione per sistemare la cucina, piegare i panni o altro.
È preferibile che lo spazio prescelto sia sempre quello, almeno nei primi mesi così da abituare il bambino ad una routine nell’uso degli ambienti domestici.
Attenzione!
Se ci fossero prese elettriche, possiamo coprirle; spostiamo gli oggetti frangibili o pericolosi.
- Il tappeto.
Ripariamo il bambino dal freddo e dal duro del pavimento.
Il mio consiglio è quello di utilizzare gommapiuma alta non più di 3 centimetri, ricoperta con una stoffa 100% cotone.
Questo assicura che il bambino sperimenti con facilità i movimenti del suo corpo senza rischiare di affondare o scivolare.
La misura minima consigliata è 1 metro x 1 metro ma se lo spazio fosse limitato non preoccupatevi, ci si può adattare e non è un male!
Quando proponiamo il gioco al tappeto, è opportuno coricare il bambino sulla schiena così che la conquista del fianco e poi della posizione prona siano una conquista progressiva dei suoi movimenti. Lasciamo che il bambino sperimenti da sé i movimenti: non interrompiamolo mentre cerca l’equilibrio o impara a conoscere il proprio corpo, intervenire significherebbe fermare questo flusso di concentrazione per cui ogni sforzo fisico fatto risulterebbe vano.
- Lo specchio.
In prossimità del tappeto, appendiamo orizzontalmente uno specchio (infrangibile) in cui il bambino possa vedersi per intero.
Stimolare la vista osservando la propria immagine favorisce la concentrazione e promuove autonomia e indipendenza nel gioco.
Il bambino non si riconoscerà fino ai 18/24 mesi ma comunque allenerà i meccanismi di interazione sociale.
Infine, potersi muovere in prossimità di uno specchio permette di acquisire gradualmente consapevolezza del proprio corpo e delle proprie possibilità motorie. Quando il bambino ha sperimentato e appreso la posizione seduta, possiamo introdurre (in prossimità dello specchio) una sbarra che sia da supporto al bambino che esercita movimenti nuovi come alzarsi in posizione eretta.
- I mobiles.
Osservare non è una proposta banale.
I nostri occhi imparano a vedere nei primi mesi di vita.
Nasciamo e non sappiamo distinguere i colori, i contorni non sono definiti e le sfumature non distinte.
I mobiles rappresentano la risposta a questo momento della crescita e potremmo stupirci del tempo che il bambino passa ad osservare, così, come se intorno non ci fosse altro.
Esistono diversi tipi di mobiles proprio perché la vista completa è una conquista lenta e progressiva; il mobile va posizionato venti centimetri sopra gli occhi del bambino.
Mobile di Munari: proposto già dalla seconda settimana di vita.
Esso si basa sul forte contrasto tra bianco e nero e, per questo, non richiede al bambino uno sforzo eccessivo e smisurato rispetto a quelle che sono le sue conquiste. Figure geometriche varie e una sfera trasparente (solitamente in vetro) che riflette la luce.
Mobile degli ottaedri: dai 2 mesi.
Verso i due mesi, si propone una nuova giostrina che, oltre a mostrare i colori primari, indicherà l’idea di volume. Un ottaedro per colore, realizzati con carta metallizzata così che riflettano al meglio la luce.
Mobile di Gobbi: dai 3 mesi.
Verso i tre mesi possiamo introdurre le sfumature. Questo mobile prende il nome dalla sua ideatrice (Gianna Gobbi, collaboratrice di Maria Montessori) e permette al bambino di focalizzare l’attenzione sulle sottili differenze di colore tra una pallina e l’altra. Oltre al volume, qui, si sottolinea anche il concetto di distanza, mostrando i diversi
elementi appesi dal più corto al più lungo.
Mobile dei ballerini: dai 4 mesi.
Riflessi di luce e movimento.
I ballerini non sono altro che 4 semplici figure di carta metallica che muovendosi danno vita a una danza di colori.
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- Pochi giochi ma buoni.
Ordine e bellezza sono certamente due criteri di cui tener conto se vogliamo organizzare uno spazio montessoriano, a misura di bambino.
Prima ancora dei giochi, il bambino imparerà dall’ambiente e dalla modalità con cui scegliamo di predisporre gli oggetti.
L’ordine nel gioco stimola l’ordine della mente; allo stesso tempo, toccare e sperimentare cose belle, naturali, semplici, essenziali, aiuterà il bambino ad apprezzare gli oggetti e a scoprirne la funzione.
Troppi colori, luci e suoni distraggono il bambino confondendo la sua esperienza.
Organizziamo i giochi suddividendoli in categorie, aiutiamoci con dei contenitori dai bordi bassi (per il bambino saranno più facili da afferrare), prediligiamo materiali naturali: legno, vimini, sughero, metallo, stoffa, cartone.
Se vi piace questa organizzazione dello spazio per il neonato, procuratevi gommapiuma e stoffa, cartoncino per un primo mobile e… stay tuned!
Nel prossimo articolo vi racconterò come “strutturare” il gioco a questa età!
Sara
“Non solo ogni bambino ha dentro di sé una grande forza creativa, un fuoco che brucia con fierezza e una luce che brilla luminosa. Ogni bambino ha anche una missione. […] La missione del bambino è quella di costruire l’uomo, ogni uomo, tutti gli esseri umani”
Maria Montessori