Ci sono periodi nella vita dei nostri figli che sanno davvero metterci alla prova. Uno tra tutti è quel momento in cui ad ogni richiesta tuo figlio risponde con un sonoro NO!
In questo articolo vedremo perché dice no e quali strategie possiamo attuarlo per fargli trovare alternative.
Inizio dicendoti che tuo figlio dice NO, non perché si tratta di una fase pre-adolescenziale, ma perché sta passando una fase che ha una un significato psicologico preciso.
Il NO è la prima parola che i bambini usano per delimitare i propri confini, capire i propri limiti e permetter loro di relazionarsi con l’adulto in maniera semplice e d’impatto.
Continua a leggere per capire quali sono i tre motivi che portano tuo figlio a riempire di NO tutte le vostre discussioni.
1. Affermazione del sè
La psicologia dello sviluppo ritiene la capacità di dire NO un punto importante nel processo di sviluppo psichico del bambino, perché indica la capacità del bambino di prender consapevolezza della distinzione tra il sé e gli altri.
Tuo figlio dice NO perchè si sta rendendo conto che le sue azioni si manifestano nel mondo esterno, che il suo volere porta conseguenze negli altri.
Come cambia la tua espressione quando dopo la richiesta di riordinare lui ti guarda e urla NO??
2. Imitazione
I bambini sono grandissimi imitatori: studiano e replicano tutto quello che vedono, e i genitori, spesso inconsapevolmente sono gli esempi dei peggiori comportamenti.
Molti NO dei nostri figli sono frutto del riflesso dei nostri comportamenti! Ad esempio? No derivanti dalle dinamiche nella coppia, ossia ascoltando le conversazioni tra mamma e papà nelle quali anche noi non siamo sempre disponibili e accondiscendenti, vero?!
Chiudi gli occhi e pensa a quante volte noi diciamo NO a qualche richiesta davanti ai nostri figli. A me spesso capita e non me ne rendo nemmeno conto.
Mi piace molto parlare dal lato pratico, dunque mi metto in prima linea.
Io, ad esempio, ho paura di arrampicarmi, ho paura dell’altezza, ho paura delle giostre, e di un sacco di altre cose. Quando mio marito mi chiede di divertirmi con lui a fare queste cose…. ovviamente la mia risposta è NO!
Però, da mamma vorrei le mie figlie arrampicatrici e avventuriere senza paura, che non rifiutassero l’invito a scalare un albero o a salire sulle giostre.
Come posso pretendere da loro risposte positive alle domande che quando vengono poste a me rispondo con un secco NO?!
“Elena sali sull’albero, è divertente!!”
“NO!”
“Elena saliamo sulla ruota panoramica?”
“NO!”
Da mamma mi impegnerò ad affrontare la vita con più si, mi viene sempre in mente il film “YES MAN” quando lo penso, ma in fondo noi adulti diciamo davvero tanti no, che in fondo, potrebbero trasformarsi in più dolci si!
3. Fase oppositiva
Questa è la punta dell’iceberg.
Oltre all’imitazione, i “NO” dei nostri bambini, provengono da una normale fase di crescita – generalmente inizia attorno ai due anni – che è in grado di mettere in seria difficoltà noi adulti.
Quando ci troviamo di fronte a una decisa “fase oppositiva” da parte del bambino, la nostra reazione istintiva è quella di innervosirci, imporre la nostra volontà. In realtà il bambino sembra oppositivo solo perchè ci sta studiando. I bambini sono quasi piccoli scienziati che studiano le azioni e pensano: “Cosa succede se dico NO alla mamma? E se lo dico al papà? Hanno tutti la stessa reazione?
Senza dimenticare che con il NO il bambino fa capire immediatamente quali sono le sue intenzioni, ed essendo ancora immaturo non sa ancora quali alternative comunicative può mettere in atto.
Cosa fare quando tuo figlio dice NO?
Seguendo un approccio dolce noi adulti dovremmo cercare di dare spiegazioni al bambino, far da tramite verso ciò che vuole e l’emozione che sta vivendo. Verbalizziamo ciò che loro non sono ancora in grado di dire.
Come consiglio sempre, osserva e valuta la situazione: tuo figlio ha davvero “torto” nel non voler far qualcosa? Come mai potrebbe averti dato una risposta negativa? Se la risposta è no, proponi una alternativa, “questa cosa proprio non si può fare, però, in alternativa, possiamo fare questa….” possiamo spostare la fonte del NO verso un qualcosa di più interessante.
Assicurati che la richiesta sia stata compresa da tuo figlio! Spesso i bambini dicono NO perchè non hanno capito quello che gli stiamo chiedendo di fare e sono confusi.
Il passaggio successivo è sempre quello di dare un nome alle loro emozioni. Verbalizziamole e accogliamole: spesso il NO arriva da un momento di rabbia, da una presa di posizione che a volte può trasformarsi in una esplosione.
Ti consiglio di cliccare qui e leggere l’articolo sui capricci per approfondire questo aspetto.
Ricordatevi che i “capricci” non esistono!
I bambini hanno bisogno di un adulto che dia nome alle loro emozioni.
Compito della Disciplina Dolce è quello di ascoltarli, comprenderli ma soprattutto aiutarli senza farci prendere dal panico.
È dura.
Soprattutto quando le giornate sembrano non passare mai e i NO si ripetono costantemente a ogni nostra richiesta. Ma come sempre, possiamo guardare le cose da un altro punto di vista, e magari imparare a migliorarci noi, per poi migliorare la relazione con i nostri bambini.