Perché i “capricci” non esistono (?)

Disciplina Dolce

Perché i “capricci” non esistono (?)

Oggi trattiamo un argomento scottante, molto importante per noi mamme, parliamo, cioè, dei fantomatici “capricci“.

Perché a me questo termine non piace?

I cosiddetti “capricci” non sono altro che manifestazioni esplosive delle emozioni dei nostri bambini. Solo perché sono piccoli non vuol dire che loro non abbiano emozioni, anzi. Hanno emozioni così enormi e ingestibili che ad un certo punto scoppiano, proprio quando meno ce lo aspettiamo.

Come superare questi momenti?

Ovviamente la formula magica non esiste, ogni bimbo è a se, ha un proprio vissuto, proprie emozioni e un co testo familiare diverso. Ma io posso dirvi ciò che funziona con le mie bimbe, come agisco io, e poi come sapete mi piace molto il confronto, quindi per qualunque domanda io sono QUI !

Con le mie bimbe, Letizia e Ginevra io agisco così:

Azione numero 1: limitare gli eventi stressanti e i motivi di rabbia o frustrazione in loro.

Come? Semplicemente cercando di ascoltare i loro bisogni, di rispettare i loro spazi e non limitarne l’autonomia.

Questo non vuol dire non avere regole!!

Le regole, infatti, sono fondamentali per i nostri figli, perché gli permettono di capire quello che possono e quello che non possono fare. Dona loro dei limiti e delle sicurezze, li rende autonomi e partecipi alla vita della famiglia.

Fatta questa premessa, per parlare del lato pratico della gestione di alcuni momenti della giornata che potrebbero sfociare in “capricci” vi faccio qualche esempio:

SITUAZIONE A: Siamo al supermercato e mio figlio vuole il cioccolatino che c’è proprio accanto a lui, alla sua portata. Al posto di dire che non può prenderlo, spostarlo, e non dargli una spiegazione, io, dopo avergli spiegato il motivo della mia negazione, propongo una alternativa e magari gli suggerisco di aiutarmi a scegliere quale pasta comprare perché io non so proprio quale scegliere.

Sembra scontato e banale, ma spesso i genitori non spiegano nulla ai bambini perché non li reputano in grado di capire, o per fretta, o per tanti altri motivi.

Cerchiamo, invece, di comunicare sempre con loro, di non dire bugie, di proporre alternative, in modo da renderli positivamente attivi alla nostra quotidianità.

SITUAZIONE B: Letizia vuole mettersi le scarpe da sola. Io ho fretta perché devo andare al lavoro. Al posto di toglierle la scarpa di mano e limitare il suo desiderio di autonomia, le faccio questa domanda “posso aiutarti a fare da sola?”Le allargo la scarpina e insieme la infiliamo.

Le parole sono molto importanti e in questo modo al posto di farla sentire non adatta al compito, la guido e le do una mano a terminare il compito che si era prefissata senza creare frustrazione in lei.

Azione numero 2: quando la rabbia esplode.

Ebbene sì, noi ci siamo impegnati tanto durante la giornata a mantenere sereno il nostro bambino ma lui….. Ad un certo punto… BUM! Esplode. Magari per un motivo apparentemente sciocco, inizia a urlare, ci allontana, ci picchia, da i calci….

Per quale motivo?

Durante la vita quotidiana i nostri bambini fanno fronte a molte esperienze nuove, alcune di esse sono fonte di stress, il quale da qualche parte deve uscire.

Noi adulti facciamo sport, andiamo a correre, giochiamo alla PlayStation, litighiamo con il compagno per sfogarci… ma loro? Come possono liberarsi da questo macigno?

Facendo i “capricci”!

Ora sta a voi genitori trovare il modo più corretto per far superare questo difficile momento al vostro bambino.

Per non esser troppo prolissa sintetizzo in due macro categorie quello che potete fare:

A- Contenimento fisico o verbale: Con Letizia e Ginevra funziona molto quello fisico, cioè contenerle in un abbraccio finché non si calmano. Ma esiste anche quello verbale, l’importante è sempre far capire al bambino che la mamma è vicina a lui e non lo lascerà mai solo con la sua rabbia.

B- Farlo sfogare: e questo non vuol dire mandarlo in camera da solo a urlare. Bensì di fornirgli una valvola di sfogo, che sia quella di urlare in una scatola, o prendere a pugni un cuscino.

Compito nostro è proprio quello di imparare a conoscere giorno per giorno il nostro piccolo e trovare la strategia giusta per farlo stare più sereno possibile con le sue emozioni.

*ci sono tantissimi libri in commercio sulle emozioni, nessun bimbo è troppo piccolo per iniziare a conoscerle! Fate un giro in biblioteca e trovare i titoli che più vi sembrano adatti a questo compito.

Ne approfitto per dirvi che è fondamentale che mamma e papà agiscano in sintonia in questi momenti, senza nervosismo e paure. Facendo un bel respiro e trasmettendo tutta la serenità possibile al bambino, che anche se non lo dimostra, in quel momento ha bisogno di tutto il sostegno dei genitori.

Spero di avervi dato una guida generale di come agisco io con Letizia e Ginevra, tutte noi sbagliamo, ma l’importante è aver ben chiara la strada da seguire, nonostante i bambini sono così meravigliosamente imprevedibili che non ci si annoia mai!!


Se volete ascoltare il video in cui ne parlo in maniera più discorsiva, vi lascio il link al mio canale IG TV!

Clicca qui per il video completo!


Elena

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