Se una mamma si rifà le tette, il naso, se fa la liposuzione o altro, sta mandando messaggi sbagliati sul corpo e l’autostima ai suoi figli?
Ormai i miei amici che mi seguono su Instagram, perché innamoratisi della disciplina dolce, lo sanno, perché – con un po’ di emozione, dubbi e imbarazzo – l’ho annunciato.
Mi sono sottoposta a un intervento di mastoplastica additiva come auto-regalo di Natale (cioè, mi sono rifatta le tette).
Perché lo faccio? Perché lo dico? E come si addice questa scelta a tutti i messaggi sull’autostima e l’accettazione che ogni giorno, da mamma e educatrice, cerco di trasmettere alle mie bambine?
Cerco di rispondere a tutte queste domande per parlarne un po’ con tutti e tutte voi.
Perché mi rifaccio le tette?
Diciamoci la verità: oggi con un reggiseno imbottito, anche il seno svuotato e cadente è nascosto benissimo.
E poi, “siamo tutte belle così, con i nostri amabili difetti… dolcemente complicate” (alert ironia!!)
Ecco i primi pensieri che arrivano quanto una mamma si rifà le tette o paventa l’ipotesi di farlo.
Quando una donna inizia a pensare all’ipotesi di un ritocco estetico, per soli fini estetici, si trova intorno svariate correnti di pensiero e opinioni:
chi ti dice che “dai, non ti serve, sei così bella!”, oppure “impara ad accettarti” e dall’altro lato quelli che giudicano, perché è pura vanità, perché le cose importanti sono altre, perché è un costo che si toglie da cose reputate prioritarie.
In tutti i casi, anche quando non si tratta di opinioni fortemente giudicanti, si tratta pur sempre di un’invasione di campo del tuo spazio decisionale.
Perché se è vero che con il giusto reggiseno (o con il giusto make up o taglio di capelli o abbigliamento se si parla di altre parti del corpo) “ne esci bene”, quando nessuno guarda, davanti allo specchio ci sei solo tu.
Ed è a te stessa che devi rispondere delle cose che proprio non ti fanno stare a tuo agio, in ogni aspetto della vita.
Un grande errore: pensare che l’autostima abbia a che fare con l’estetica.
Da ragazza dicevo che non mi sarei mai rifatta niente, che non sarei mai ricorsa alla chirurgia estetica, e non perché sia mai stata contraria bensì perché pensavo che sarebbe stato meglio lavorare sull’autostima.
E infatti l’ho fatto. Come nel caso di tantissime donne è stato un percorso lungo, con alti e bassi, un percorso mai del tutto terminato.
Il punto è che io ho autostima, come moltissime donne e mamme che ricorrono alla chirurgia estetica.
So di non essere infallibile, ma so di impegnarmi nell’essere una brava persona, una brava professionista, una compagna di vita per le mie amiche e per mio marito.
So che le mie bambine sono felici e so che posso aiutarle a crescere felici.
Mi rifaccio le tette, eppure ho stima di me e mi trovo anche bella, se proprio devo essere sincera.
L’autostima ha davvero poco a che fare con l’accettazione o non accettazione di piccoli aspetti del nostro corpo.
Possiamo avere una forte autostima e persino un forte ego eppure non voler più vedere quel seno svuotato dall’allattamento, o quel naso che con una modifica darebbe armonia migliore (a nostro insindacabile giudizio personale) al viso.
In alcuni casi è proprio la capacità di rimetterci al centro di una scelta sul nostro corpo ad essere sintomo di autostima.
Perché a mio marito vado bene così, per le mie bimbe sono la più bella del mondo, ai miei follower… figurati se pensano alle tette.
Ma oltre a tutte queste persone ci sono io e quello che mi serve per stare bene.
Dare un buon esempio nella costruzione dell’auto accettazione e l’amore per sé non ha a che fare con l’estetica.
Quindi, care mamme che sentite la voglia di cambiare qualcosa del vostro aspetto, tra i dubbi che possono portarvi a fare o non fare questa scelte, non mettete di mezzo l’esempio ai figli.
L’esempio da dare ai figli è, anzi, spesso uno scudo dietro al quale ci nascondiamo per non prendere delle decisioni che ci renderebbero felici (tra cui fare un viaggio, accettare un lavoro, cambiare qualcosa di importante nella nostra vita).
I figli meritano attenzioni, cure, amore… e genitori felici.
Io, quando lavoro insieme alle mie bimbe per aiutarle a costruire la loro autostima, faccio queste cose.
E comunico con loro così.
E sono tutte cose che posso fare anche con un paio di tette nuove 😉
Quando ho scritto questo articolo non avrei mai pensato di ricevere insulti e messaggi svalutanti nei social. Al punto di passare una serata a piangere e sentirmi ferita nel mio “io” più profondo. Ma oggi a mente serena vorrei ringraziare la mia community VERA, che mi ha supportata e sostenuta, facendomi capire che la scelta di condividere il mio percorso è un messaggio che ho fatto bene a raccontare.
Grazie a ciascuno di voi.