Lettera di un genitore a babbo natale

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Disciplina Dolce

Lettera di un genitore a babbo natale

Anche noi genitori abbiamo dei desideri; anzi, dal giorno in cui lo diventiamo, tutto il nostro universo di desiderata cambia, si ribalta, e il fattore materiale diventa secondario. Almeno, è stato così per me ma sono certa che tante delle famiglie con figli piccoli che seguo come consulente pedagogista concorderanno che c’è un “prima” e un “dopo”, nell’universo dei desideri di un adulto.

Visto che siamo a Natale, ecco la mia lettera a Babbo Natale (e Santa Lucia, perché da bergamasca io non dimentico chi ha accompagnato tutti i miei Natali con i suoi doni e magia).

E’ la lettera a Babbo Natale di un genitore, di una mamma, ma anche di una pedagogista.

Caro Babbo Natale e Cara Santa Lucia,
è stato un anno sfidante, pieno di cambiamenti: dalla casa, al lavoro in crescita, nuove idee e per ogni nuova idea, nuove difficoltà, tante attese… persino il nuovo sito (a proposito, vi piace?).

Tutto è stato bello da un lato, stressante dall’altro… e mi chiedo, ho salvaguardato e protetto le mie bimbe da questa mia doccia di emozioni a volte altalenanti?
Perché è sulla base di questo che potrei stabilire se sono stata brava e buona.
Una cosa è certa, me lo sono sempre chiesta, per tutto l’anno e per tutto il tempo:

Sto sovraesponendo le mie figlie?
Le sto proteggendo da fonti di stress che mi sono creata da me, che ho scelto io, in fondo, e alle quali loro possono solo adeguarsi?

Ecco, facciamo così, nel mio pacchetto regalo, togliete qualcosa, e fate posto a una dose massiccia di protezione.
Non dal freddo (il freddo non fa ammalare, lo so), non dai pericoli del mondo (la pedagogia del rischio è anzi un’ottimo modo per insegnare alle piccole la magia della vita).
Vorrei proteggere loro dalla negatività che noi adulti e noi genitori, per forza di cose, attiriamo o creiamo.

A volte noi genitori crediamo che sia il tempo a mancarci; il tempo da dare e dedicare ai nostri figli, come se i nostri piccoli misurassero il tempo come noi.

Invece non è il tempo, il punto: quando siamo con loro, riusciamo davvero a lasciarci tutto il resto “fuori” dal nostro cerchio magico?
Se ve ne avanzano, dunque, mettete, per favore, nel mio pacchetto, un po’ di confini, che siano siepi fiorite, che siano steccati, che siano muri magici e invisibili che separino me con le bambine dai pensieri negativi, dal sistema di tassazione per noi liberi professionisti, dall’inflazione, dalla paura della guerra, dagli hater o dai commenti passivi aggressivi sui social, dai social stessi e tutte le cattive emozioni che si portano dentro.

So bene che la costruzione di queste difese passa anche e soprattutto da me e da mio marito, ma una mano da parte vostra aiuta. Un aiuto, da qualunque parte arrivi, per noi genitori può fare la differenza.

Ora veniamo ai doni più complessi, non so se siete le persone giuste cui chiedere… ma io ci provo.

Vorrei sotto l’albero dei rappresentanti istituzionali che pensano meglio alle parole da usare quando si tratta di educazione e di infanzia.

Quest’anno ho sentito nuovamente parlare, da un ministro dello stato in cui ho deciso di vivere e crescere Leti e Ginni, del valore pedagogico dell’umiliazione. Sinceramente, ho avuto paura.

Io so bene che dietro un adulto che crede che l’umiliazione crei buoni cittadini, c’è stato un bambino ferito, e dentro di lui c’è ancora.
Ecco, se puoi, vai da quai bambini interiori feriti e dai tanti doni, senza chiedere se sono stati buoni o cattivi. Dai loro regali e bellezza, niente carbone, perché non sono gli archetipi degli adulti a definire se un bambino è o non è buono.

Io, caro Babbo e Santa Lucia, sono dalla vostra parte. Faccio di tutto per far capire ai genitori che a voi, se un bambino è “buono o cattivo” non ve ne importa niente.

(che poi, buono o cattivo per chi? Noi adulti siamo davvero certi di poter decidere questi parametri?)

I bambini sono bambini, l’umiliazione non li fa diventare buoni cittadini ma solo cittadini insicuri. Il giudizio costante sulle loro azioni ed emozioni li fa diventare solo “dipendenti” dal giudizio degli altri, per tutta la vita.
Scusa, sto divagando… esprimo un solo ultimo desiderio e ti lascio al tuo lavoro.

Se puoi, quando passi sotto gli alberi di tutti i bambini, lascia un po’ di coraggio per i genitori.

mancanza di autostima dei bambini

A volte, mi rendo conto, è la paura che ci fa fare scelte educative sbagliate. Ma come dicevo, viviamo in un mondo complesso, dove siamo apparentemente connessi, ma i genitori sono in realtà sempre più soli.
Regalateci connessioni reali, calore umano, senso di empatia, sospensione del giudizio. Regalateci il coraggio di affrontare sfide nuove, anche sul piano educativo.

Forse penserete “Oh, no, un altro adulto che ci ruba tempo per i suoi desideri, mentre noi dobbiamo solo portare regali e magia ai piccoli”… e sapete cosa vi dico?
Avete ragione.

Considerate questa lettera un messaggio di sfogo tra adulti che amano i piccoli, e un modo per augurarvi buon lavoro.

Lasciate stare i desideri di noi genitori, che un mondo migliore e un modo migliore di starci dentro abbiamo gli strumenti per costruirlo da soli. Dedicatevi ai piccoli, aiutateci a dare loro un po’ di magia.

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