Ci sono bambini che non ne vogliono sapere di travestimenti a Carnevale e bambini che si travestono tutto l’anno e non si vogliono togliere il costume neanche per andare a scuola fuori dal periodo dei travestimenti.
Perché? Come mai alcuni bambini non si vogliono travestire e odiano il carnevale? C’è da preoccuparsi? Ci sono “rimedi”?
Da pedagogista non posso che fare una premessa e un approfondimento che prescinde dal Carnevale o da Halloween, sull’importanza del travestimento nell’infanzia, nel gioco simbolico e nello sviluppo cognitivo dei bambini.
Il travestimento nell’infanzia
Il travestimento nell’infanzia ha un enorme valore.
Molti bambini amano travestirsi sempre; il gioco del travestimento si unisce a quello del “facciamo che io ero”, e che fa sì che un bambino riesca ad immedesimarsi in modelli, ruoli, simboli.
Quando un bimbo finge di essere qualcun altro, il personaggio interpretato varia da personaggi fantastici (eroi della tv o dei fumetti) a personaggi reali (“Gioco ad essere la mamma, il papà, la zia, anche la nonna spesso).
Molti bambini giocano genericamente ad essere adulti e, molto spesso, persino ad essere anziani e quando lo fanno, attuano micro esempi di travestimento attraverso oggetti simbolici, come uno scialle se si “interpreta” un vecchietto, le scarpe con i tacchi se si rappresenta la mamma.
Nel 1972 Freud aveva già iniziato a parlare del valore del travestimento nell’infanzia attraverso il quale il bambino, in modo del tutto naturale, impara ad identificarsi in qualcuno. Finge di essere qualcuno e si esercita ad assumere il ruolo di un personaggio adulto.
Il travestimento ha un ruolo di interpretazione e immedesimazione, che rafforza alcune caratteristiche personali che il bimbo inizia a scegliere.
Se un bambini gioca travestito da mamma, è perché vuole risentire più vicina la mamma, è un suo modello di riferimento costante e la vuole interiorizzare, “portandola addosso”.
Se un bimbo o bimba non si toglie mai il costume di Elsa o di Spiderman vuole assumere il più a lungo possibile non tonto le sembianze, quanto il carattere di quel personaggio.
Il travestimento serve anche per rielaborare o pre-elaborare un cambiamento o un momento di stress.
I bambini giocano ad essere la maestra anche per rielaborare il distacco dalla mamma a scuola.
Un bambino gioca al dentista o al dottore per rielaborare la paura del dottore.
Un bambino che gioca a fare il mostro rielabora e compensa la sua paura, fingendo di essere lui/lei stessa quel mostro, attuando dei metodi per tenere sotto controllo qualcosa che fa paura.
Ma allora, se il travestimento è così importante….
Perché alcuni bambini non vogliono travestirsi?
Ma allora, perché alcuni bambini non vogliono travestirsi?
Anche se il travestimento è un tipo di gioco così importante, ci possono essere vari motivi per cui il tuo bambino o bambina, per adesso o da sempre’, proprio non ne vuole sapere di mettere quella mascherina a Carnevale o Halloween.
Ovviamente non c’è motivo di andare nel panico o preoccuparti, ogni bambino è diverso e ama fare giochi (anche simbolici) in maniera diversa.
Un bambino può vivere il gioco simbolico di fare il mago anche solo con una bacchetta di legno, senza bisogno di cappello e mantello, quindi la parte relativa al gioco simbolico e della sua enorme importanza nella crescita dei bambini non è messo in alcun modo in discussione.
In questo caso, il pensiero magico agisce con forza maggiore rispetto alla plasticità di un travestimento.
Partiamo dall’osservare che noi adulti ci accorgiamo che un bambino rifiuta il travestimento solo a carnevale, perché è per noi adulti che il carnevale ha una ragione e un senso, mentre il travestimento è un tipo di gioco che dovremmo incentivare più spesso, anche nello spazio dei giochi.
Sono tanti i genitori che dicono ai bambino che “Perché ti travesti, non è mica Carnevale!”.
Questo è il primo possibile motivo per cui il tuo bambino non si vuole travestire: il suo gioco del travestimento potrebbe essere stato delegittimato tutto l’anno, per poi ripresentarsi come un dovere (senza alcuna spiegazione comprensibile) a Carnevale.
Inoltre, travestirsi a Carnevale prevede un attirare l’attenzione e questo non piace a tutti i bambini o non sempre allo stesso modo e in tutte le fasi della crescita.
Travestirsi solo per le feste di Carnevale, in più, comporta confronto con gli altri e un po’ di ansia da pressione sociale e prestazione (se credi che siano emozioni solo di noi adulti, commetti un errore, purtroppo).
Non da ultimo, spesso i vestiti di carnevale dei bambini sono scelti dagli adulti, in base alle mode del momento o al gusto dei genitori.
Ad esempio si è molto diffusa l’abitudine di scegliere (e imporre amorevolmente) abiti “matchy-matchy”, cioè mamma / papà e figli coordinati e/o parte di una stessa storia (come vedete, l’ho fatto anche io e sì, mi sono divertita moltissimo!).
Quest’anno il Carnevale sarà un tripudio di famiglie Addams che sfilano per strada.
Senza nulla togliere al divertimento di questa festa, l’importante è divertirsi tutti!
Se vedere la mamma travestita da Morticia e il papà vestito da Zio Fester spaventa la bimba di quattro anni, non ci sarà da stupirsi se magari, il prossimo anno e nei prossimi mesi, rifiuterà i travestimenti.
Di certo le passerà… ma c’è un motivo al suo disagio.
A proposito di paura e sentimenti difficili, se a febbraio è carnevale, a ottobre è stato Halloween, e se un bambino è rimasto un po’ impressionato da alcuni travestimenti paurosi, non c’è da stupirsi se adesso associa il travestimento a emozioni negative.
Non durerà per sempre, passerà, ma rispettiamo i suoi tempi.