Quando e come dire ai bambini “la verità” su Babbo Natale (o su Santa Lucia e la Befana)? Soluzioni dal mondo della disciplina dolce.
Come dire ai bambini che Babbo Natale non esiste? Come e quando dire la verità su Babbo, Befana, Santa Lucia e co.?
Soprattutto… siamo davvero certi che Babbo Natale non esiste?
No, amici genitori, la vostra Elena non è impazzita e non ha interrotto il suo legame con la realtà; come al solito voglio introdurre un pensiero laterale in uno dei tanti momenti e aspetti della genitorialità.
In questo caso, quello legato alla magia del Natale, festa dei bambini ma che, ci scommetto, dà ancora emozioni forti e contrastanti anche a noi adulti.
E se ti dicessi che la sensazione che provi adesso nel periodo di Natale, sia positiva che negativa (perché ci sono moltissimi che il Natale non lo amano affatto) dipende in larga misura dal modo in cui ti sono state “svelate” alcune verità razionali della vita?
Che sia Babbo Natale, la mia amatissima Santa Lucia o la Befana, gli archetipi legati al Natale hanno a che fare con il dono, con la bontà, con l’attesa e con un senso di magia che ha origine antichissime e pre cristiane.
I bambini ne hanno bisogno come ne ha bisogno il genere umano e la razionalità non deve entrare al momento sbagliato e in modo aggressivo in questo mondo, perché rischia di rompere un velo magico che i piccoli potrebbero portarsi dietro anche da adulti.
Errori da non fare con la figura di Babbo Natale, Santa Lucia, Befana e co.
Da mamma ma soprattutto da educatrice che crede nella disciplina dolce, dico senza indugi che legare il regalo proveniente dalle figure natalizie ad un senso di premio o punizione esce fuori dalle dinamiche di magia, purezza e dono che invece i più piccoli meritano.
Il dono di Babbo Natale non deve essere un ricatto che, da novembre in poi, facciamo ai piccoli affinché stiano buoni “Altrimenti Babbo Natale non ti porta niente”.
Il dono di Babbo Natale, come tutti i doni, arriva da un atto di amore, non è scontato o dovuto, ma non è neanche legato ad un premio. Non è una prova!
Il Natale può essere una ragione in più per essere buoni, laddove essere buoni non vuol dire fare tutto quello che dice mamma o obbedire alla maestra ma, ad esempio, imparare a pensare anche agli altri.
Ad esempio, fare insieme ai piccoli dei “lavoretti” (il concetto di “lavoretto” non ci piace, lo so. Ma esso possiamo slegarlo dal prodotto finale ma legarlo al tempo passato insieme nel realizzarlo eh!!) da regalare a Natale ai nonni, agli amici, al papà, alla zia, è intanto un modo per introdurre nelle loro abitudini e ritualità l’idea che il Natale è un periodo in cui si pensa alle persone care anche attraverso il piacere del regalo.
Sarà più facile, quando il loro cervello sarà più maturo e il loro spirito più naturalmente razionale, fare due più due e capire che, tutti i Natali, chi ci ama ci ha fatto trovare dei doni sotto l’albero.
Racconta la storia di Babbo Natale
(o di Santa Lucia)
Ascoltare “storie” o fiabe, piace ai bambini. Ne hanno bisogno, perché quando raccontiamo una storia sanno che hanno la nostra attenzione.
Se raccontiamo qualcosa in più su queste figure legate al Natale, invece di limitarci a nominarle, aiutiamo i piccoli a costruire, anno dopo anno, una tradizione, un pezzo di memoria collettiva. (Ti lascio qui il mio albo preferito su Santa Lucia e qui quello sul Natale)
Il giorno in cui inizieranno a metterne in dubbio l’esistenza, perché il loro cervello è maturo per i rapporti di logica, causa effetto, sarà più facile e automatico contestualizzare la presenza di questi personaggi nella loro vita, anche se capiranno che non esistono in carne e ossa.
Non siamo noi a decidere quando “dire la verità”
A che età dire a un bambino che Babbo Natale non esiste?
Il momento giusto per dire che (se) Babbo Natale non esiste, non lo devi scegliere tu, ma lo devono scegliere loro, i piccoli.
Quando un bambino ti chiede “ma babbo Natale esiste davvero?” oppure “il mio compagno di scuola dice che Babbo Natale non esiste” vuol dire che una parte del suo cervello, nel suo naturale processo evolutivo (che non ha gli stessi tempi in tutti i bambini) ha un dubbio che viene da un ragionamento razionale: qualcosa di ovvio per te, ma di nuovo per lui.
Non dare una risposta secca, ma aiuta questo passaggio con altre domande che esortino a rielaborare una magia, una storia, una tradizione.
“Tu cosa ne pensi? Chi è per te Babbo Natale? Cosa rappresenta per te Babbo Natale?”.
In questo modo non gli stai togliendo qualcosa, gli stai dando la possibilità di tenerla per sé, a suo modo, per sempre.
E no, non perderai credibilità.
Alcune domande aprono un dialogo maieutico che non solo non interrompe bruscamente una magia ma aiuta il pensiero laterale e la capacità di astrazione.
Come genitori che sposano la Disciplina Dolce dobbiamo dare ai piccoli, con i loro giusti tempi, gli strumenti per “rivedere” la magia di un ideale in ottica più razionale, quando saranno pronti a farlo.
Babbo Natale è come il vero amore o l’amicizia eterna
Non arriva mai nella vita un momento in cui sentiamo la necessità di dire ai bambini che non sempre il bene vince sul male, che non sempre l’amore trionfa e che non è vero che l’amicizia dura tutta la vita.
Lo toccheranno da soli e magari scopriranno con il loro vissuto che, nonostante quello abbiamo esperito come genitori, il bene, l’amicizia, l’amore vero, nella loro vita esistono eccome.
Lo sappiamo che la vita a volte è contorta e la magia lascia il posto alla fredda realtà, ma non serve “rivelarlo” ai piccoli o agli adolescenti in un momento di cinismo.
Ascoltando la loro versione del Natale e delle sue figure cardine, invece che farci portavoce della verità razionale, potremo scoprire che invece Babbo Natale esiste eccome, anche quando persino noi genitori lo davamo per perduto.