Traslocare con bambini non è solo una questione di “gestione” dei bambini (a chi li lascio? come mi possono aiutare a fare i pacchi? “dove li metto” mentre faccio pacchi e spostiamo tutto?).
Un trasloco è il cambiamento di un luogo cui noi e anche e soprattutto i nostri bambini sono abituati, è l’allontanamento da una così detta “zona di confort”; che ha un valore emotivo importantissimo.
Le variabili del trasloco
Per adulti e per bambini, ogni trasloco è diverso da un altro, perché diverse sono le cause e le motivazioni; a volte queste sono cose belle al 100% (serve una casa più grande o più bella perché la famiglia si è allargata) o cose più complesse, come necessità di trasferimento per lavoro.
A volte, un trasloco corrisponde anche a cose dolorose, come i casi di separazione, e in questi casi le attenzioni e le premure sono ancora maggiori, tanto che spesso ci si fa (saggiamente) aiutare da figure professionali esperte.
Spesso per molte famiglie (proprio come è stato nel mio caso) vivono il trasloco come una serie lunga di spostamenti, in cui si vende una casa, se ne ristruttura una nuova e nel frattempo si vive in un’altra casa, in affitto (o da parenti), facendo dunque un passaggio attraverso tre case, in due o tre anni, che per i bambini sono tantissimi.
Non voglio spaventarvi, ma semplicemente dare qualche spunto e qualche strumento per rendere tutti questi passaggi più sereni possibili.
Io sono Elena Cortinovis, pedagogista e formatrice, mamma di Letizia e Ginevra, gemelle monocoriali.
Seguimi qui, su Instagram e nel mio podcast per affrontare i cambiamenti con i tuoi bambini in modo… dolce.
Come vive il trasloco un bambino?
I bambini sono abitudinari. I bambini amano e hanno bisogno delle routine perché per loro è già tutto nuovo, ogni giorno, e hanno bisogno di zone di confort.
Il bambino può vivere il cambiamento come una fonte di stress oppure come un “gioco”, una cosa emozionante. Questo dipende in minima parte dalla sua indole, ma per il 90% da come noi gliela facciamo vivere.
Per quanto un trasloco sia un’enorme fonte di stress – e chi mi segue quotidianamente su Instagram sa che ne so più di qualcosa, sigh! – possiamo insieme ai nostri figli trasformarlo in un gioco fatto di tante cose nuove da scoprire.
L’importante è che, insieme alle novità, promettiamo (e manteniamo) anche le routine: fantastichiamo con i nostri figli di come sarà la routine della nanna nella nuova casa, o la routine del bagnetto.
Diamo una spiegazione razionale e vera di quello che stiamo facendo.
Diciamo che stiamo mettendo le cose negli scatoloni perché avremo una nuova casa perché ne abbiamo trovata una più bella/ andiamo in una nuova casa che è più piccolina ma la faremo magica e bellissima tutta per noi/ andiamo a vivere in una casa in una città in cui potremo fare insieme tante cose divertenti.
Rendiamo i bambini partecipi del trasloco
Renderli partecipi non vuol dire solo farci aiutare a fare gli scatoloni; immaginiamo e sogniamo con loro la nuova casa, i nuovi spazi.
“Come vorresti che fosse la nuova cameretta? Cosa ci possiamo mettere di nuovo?”.
Diciamo loro cosa ci piace della casa nuova nella quale siamo andando (anche quando è una casa imposta dal destino, che non abbiamo propriamente scelto come prima preferenza… sarà utile anche per noi pensare alle cose che di quel luogo ci fanno stare bene. Portiamo un po’ di pensiero magico nella nostra vita e quindi in quella dei bambini).
La cameretta è un luogo sacro per i bambini, che deve essere un luogo sicuro, amato, di felicità.
Prepararli alla nuova cameretta può essere un gioco appagante e entusiasmante per loro.
Prendi una scatola, e chiedi di scegliere gli oggetti e i giochi che per primi entreranno nella cameretta.
Se sono bambini molto piccoli, guidiamoli noi, ad esempio dicendo “Qui ci sono i tuoi tre peluche preferiti, mettili in questo zainetto e li facciamo entrare per primi nella nuova cameretta”.
Cerchiamo di non accumulare troppi cambiamenti
Cambiare casa è un grande cambiamento anche simbolico e spesso per le famiglie il trasloco avviene insieme ad altre novità importanti (nuovo lavoro con nuovi orari, nuovi fratellini o sorelline, ecc.)
Bene, con così tanti cambiamenti da gestire…. non diamoci la zappa sui piedi accumulando troppe novità per noi e soprattutto per loro.
Se noi possiamo esserne entusiasti per mille novità, per i bambini, che hanno bisogno di rituali e punti fermi, è meglio “imporre” un cambiamento dalla volta.
Magari la cameretta nuova, possiamo comprarla dopo un po’ che è avvenuto il trasloco.
Magari lo spannolinamento posticipiamolo ad un momento più rilassante, con meno cambiamenti.
Quando possiamo scegliere, scegliamo di rendere il percorso più facile per noi e per loro.
Comunicazione: usiamo concetti che possono capire
Vado diritta al punto.
Dire ad un bambino di 6 anni “tra tre mesi traslochiamo”, non corrisponde ad una comunicazione tangibile e chiara, perché un bambino di quell’età non sa cosa è un trasloco e non capisce il concetto di “tre mesi”.
Usiamo sempre una comunicazione della realtà che sia alla portata dello sviluppo del loro cervello.
“Quando finiamo di riempire tutte queste scatole, andiamo tutti insieme in una nuova casa”.
Le regole semplici della comunicazione dolce possono essere un grande aiuto e supporto in questi casi.