“Mamma lavora troppo”: un pensiero che si trasforma in incubo se lo immaginiamo nella mente dei nostri piccoli.
Ti racconto come questo pensiero mi ha divorata e come ho risolto, superando sensi di colpa e dedicando tempo qualitativo e inteso alle mie due gemelle.
Ci sono periodi della mia vita in cui mi rendo conto di lavorare troppo.
Ci sono periodi in cui le giornate dovrebbero durare 48 ore per poter arrivare a sera soddisfatta di ciò che ho avuto tempo di fare. La mamma che lavora troppo si sente in colpa, sente di privare i propri figli del tempo per loro.
In questo articolo estremamente personale voglio raccontarti come gestisco io questi periodi così stressanti.
I sensi di colpa della mamma che lavora troppo
Avrai sicuramente immaginato dopo aver letto la presentazione di questo articolo, che sarei andata a parare sul senso di colpa. Come non farlo?
Nei periodi in cui mi sento sopraffatta dal lavoro mi faccio LETTERALMENTE mangiare dal senso di inadeguatezza e dal pensiero di essere una mamma egoista che pensa solo a se stessa.
Nel 2020 ho lasciato il mio “posto fisso” per dedicarmi alla libera professione e per me questo è stato un passo che mi ha portato tantissima gioia, ma che mi ha obbligato ad imparare ad organizzare le mie giornate per non togliere nulla né a me, né alle mie bambine (e a mio marito!!)
Quando, tuttavia, parlo di mamme che lavorano troppo, non faccio riferimento solo ai genitori che hanno un’occupazione, ma anche a chi si trova ingarbugliato tra gestione della casa, dei lavori domestici e del “servizio taxi – figli” 24 ore su 24 (sai cosa intendo vero?).
Spesso mi sento una equilibrista che gioca appesa su un filo cercando di non far cadere nessun elemento della sua vita. E a volte mi sento di fallire.
Non voglio che questo articolo si trasformi nella valle di lacrime delle mamme che lavorano troppo, sono qui per dirti quali strategie possono salvarci!!
1. Organizza il tuo tempo
Banale? Forse.
Fondamentale? Assolutamente si.
Cerca di concentrarti su quello che nelle tue giornate non va. Troverai sicuramente un elemento che porterà a migliorare la gestione del tuo tempo e a farti trovare anche solo dieci minuti per riprendere fiato.
Ti porto il mio esempio:
– Ho iniziato a gestire i miei pasti organizzandomi in una spesa settimanale e non sette mini spese tutti i giorni;
– Ho smesso di arrivare 30 minuti in anticipo ad ogni appuntamento (ehhh ragazze, sono una anticipataria cronica);
– Mi sono creata un calendario mensile con le faccende domestiche settimanali per non andar nel panico tutti i giorni pensando di non farcela.
Magari per te questi sono esempi inutili o scontati, ma se sei qui a leggermi sono certa che anche tu, nella tua quotidianità potrai far qualcosa per gestire meglio il tuo tempo.
Passiamo ai punti più difficili.
2. Impara a delegare
Imparare a delegare è la base del tempo per noi. Impariamo a circondarci di persone di cui ci fidiamo (anche a pagamento), ma che ci possono dare un aiuto concreto con i nostri bambini o altre faccende delegabili.
Sono da sempre una persona che non delega NULLA.
Mi sono sempre celata dietro la maschera della Wonder Woman che poteva fare tutto da sola. Nell’ultimo anno ho imparato che se non volevo finire con le batterie scariche avrei dovuto accettare l’aiuto di qualcun altro.
Ci sono aiuti gratuiti (amici, parenti, conoscenti) e aiuti a pagamento (baby sitter, assistente domestica, ecc…). La soluzione si può trovare, lo scoglio più grande è solo il tuo orgoglio.
Delegare non è mai facile. Nell’affidare un compito a qualcuno si intrecciano dentro di noi molti pensieri e considerazioni, più o meno consapevoli, che in sintesi convergono in un unica direzione: la paura. Dentro di noi esiste una vocina che ci sussurra all’orecchio che “NON ESISTE NESSUNO AL MONDO IN GRADO DI FARLA ALTRETTANTO BENE QUANTO TE!”
Imparerai che a volte le persone non solo sapranno stupirti, ma riusciranno anche a far meglio di quanto ti immaginavi… e addirittura potrai imparare da loro!
Cosa ho delegato io? Parecchio lavoro di back office nella mia attività!
Ho chiesto il sostegno di due professioniste che mi supportassero nella gestione del mio business. All’inizio ero terrorizzata. Tornassi indietro lo farei molto prima!
Ti sto parlando di delegare e ho nominato parenti, baby sitter e assistenti ma non i papà. E sai perchè? Se non lo sai clicca qui e leggi il mio articolo “SOS papà assente” dedicato proprio alla figura del papà. Sono certa potrà aiutarti. Sia il papà che l’articolo!
3. Ricordati chi sei
Diventare mamma non vuol dire annullarsi.
Una mamma che lavora troppo non è una mamma che sta privando i suoi figli della felicità. I bambini hanno bisogno di una mamma soddisfatta di se stessa, con passioni e obiettivi che la rendono sicura di se. Stanca eh, ma felice.
Quando io sono rientrata dalla maternità dopo 14 mesi di esclusività con le mie bambine ero a pezzi. Sentivo che il tempo passato con loro era troppo poco, che si meritavano di più.
Che una mamma che lavora non è una “brava” mamma.
Beh, oggi ti dico un segreto.
Una “brava” mamma è colei che riesce a trovare anche solo 10 minuti per raccontare una storia ai suoi figli dopo una giornata di lavoro .
Lei, che ha cucinato tutto il giorno ma porta le figlie a cena dalla nonna perchè sanno che il tempo insieme è il regalo più bello che gli può fare.
La “brava” mamma lascia il figlio alla baby sitter per una cena romantica con il compagno perchè il loro rapporto è fondamentale.
Per essere “brava” devi essere felice. Ma in fondo non ce ne frega nulla di sentirci “brave”.
Una mamma felice cresce figli felici, anche se non sta 24 ore su 24 con loro.
Dico una cosa a me stessa che sarà utile anche a te : “Elena, ricordati chi eri prima di essere MAMMA ELENA, e coltiva quella parte di te.”
Viviamo in un mondo pieno di paradossi, uno dei quali è che sia sbagliato pensare a se stessi, anche minimamente. Se vuoi dedicare del tempo alla tua crescita personale, sei visto da molti come una brutta persona.
Ti senti una mamma che lavora troppo? Sappi che ti capisco. Il tempo con i nostri bambini non sembra mai abbastanza e in un un baleno passano dall’essere neonati ad adolescenti senza che ce ne possiamo rendere conto. Non esiste la ricetta magica per allungare le giornate di qualche ora, e nemmeno la pozione per l’ubiquità.
Ma quello che ho imparato è l’accoglienza delle emozioni reciproche, del valore dei pianti liberatori e del sapere che prima o poi sapremo accogliere le difficoltà della vita con meno sensi di colpa. La maternità sarà sempre condita da sensi di colpa, ma so che prima o poi riusciremo a gestirli. Auguriamocelo insieme!