Vi mostro la mia famiglia “perfetta” nelle storie di Instagram, nei reel, nelle foto dei social e di questo blog… rischiando di apparire lontana dalla realtà. Perché lo faccio?
Elena, beata te che hai un marito che ti aiuta.
Elena, beata te che hai una persona che ti supporta quando hai molto da lavorare… ma possibile che le tue piccole non ne risentano?
Fino ad arrivare a “Elena, questa famiglia perfetta non è credibile. Basta, faccio unfollow!!” (perché prima di Natale, si scatena un po’ di acidume da smaltire in attesa di diventare tutti più buoni).
(Comunque, su come rendere i papà più presenti e collaborativi, qui ho scritto un post.
E ho scritto anche un articolo su come gestire tempo e sensi di colpa quando si lavora troppo)
Inutile che vi dica che la famiglia di nessuno, men che mai la mia, è perfetta. Certo, è la famiglia che amo e mai cambierei al mondo, con la quale lavoro ogni giorno per stare sempre meglio tutti insieme.
Ma no, non è perfetta, né in senso assoluto né relativo.
Allora, cara Elena, educatrice e advocate della disciplina dolce, perché non ci fai vedere anche le gemelle che sclerano, laddove ci sembrano sempre così cucciolose e collaborative?
Perché non ti nostri mai incazzata dopo un litigio con tuo marito?
Possibile che tutta la tua vita sia così indiviabilmente funzionale?
No, amiche e amici miei, non lo è. Ma insisto nel voler mostrare il lato migliore di tutto, raccontandovi le mie “disavventure” solo dopo. Quando la mia mente è serena e razionale, e non quando sono in balia delle emozioni prorompenti che mi annebbiano.
E no, il motivo non è per apparire più patinata su Instagram.
Ecco perché preferisco mostrare gli aspetti migliori della mia vita di genitore e della mia famiglia
Per rispetto ai momenti delicati delle mie figlie
Letizia e Ginevra hanno momenti di “crisi”, di sclero, di “capriccio”,se vogliamo semplificarlo con questo termine.
Come tutti i bambini e le bambine della loro età, ci sono molti momenti in cui i loro piccoli cervelli, ancora immaturi, non sanno reagire al mondo circostante e arrivano crisi di pianto apparentemente immotivate.
Sì, anche Letizia piange perché le ho sbucciato male la banana, anche Ginevra ad un certo punto butta giù la casa perché il colore verde non è il verde che voleva lei.
Per quanto sarebbero momenti molto divertenti da pubblicare su Instagram, io non riesco a farlo e preferisco non farlo… e concentrarmi su di loro.
Le crisi di pianto sono momenti che preferisco non mostrare, né sui social, né in foto. Al massimo ve ne parlo, a posteriori, nelle live su Instagram, che ti invito a seguire per restare più facilmente in contatto e chiacchierare un po’.
Non mostrarvi le loro crisi di pianto è un modo per rispettarle, perché ci sono situazioni e sentimenti verso i quali io ho rispetto.
Non mostrerei mai il dolore o la rabbia di mio marito o lo sfogo di gelosia immotivata di una mia amica, perché mai dovrei farlo con le mie bambine?
Per rispetto… a voi
Voi lettrici e lettori, voi che mi seguite sui social, tutti voi siete persone verso le quali ho un grande rispetto e con le quali mi relaziono, seppur virtualmente, ogni giorno: mi verrebbe facile sfogare con voi un momento di frustrazione e ansia.
Una crisi di pianto immotivato delle piccole? Mi basterebbe fare una storia o un post su IG per avere in tempo reale le vostre reazioni, la vostra solidarietà, la vostra vicinanza. E sarebbe bello, ma voi non siete il mio sacco da pugile… non siete il mio angolo dello sfogo.
Credo che sia meglio restituirvi i momenti di difficoltà dopo averli elaborati io stessa per prima, come mamma e come educatrice, dunque condividerli accompagnati da una riflessione.
Mostro i lati migliori per motivarti
Io la vedo così: la vita è difficile, il mondo è complesso, la genitorialità unisce una fase delicata delle tua biografia alla vita difficile e al mondo complesso.
Se posso dare un contributo alla vostra vita da genitori, preferisco farlo motivandovi a vedere il meglio, perché il meglio potete averlo tutti e tutte.
Se condividessi troppi momenti di dubbio, le incomprensioni e le paure, forse il mio ruolo da motivatrice e portatrice di entusiasmo verso le potenzialità della Disciplina Dolce sarebbe minato.
Voglio portare energia perché sposare la disciplina dolce è già sfidante di per sé.
Mostro la parte migliore della mia vita familiare, per motivare anche me stessa
La nostra visione del mondo e il nostro approccio alla vita passano anche attraverso il nostro modo di comunicare.
Io comunico ogni giorno con tutti voi su tutti i miei canali e, devo essere sincera, temo che parlare di problemi possa portare meno motivazione anche a quello che faccio.
Ok, la vita è difficile e a volte non possiamo fare a meno di fare le “mamme di merda”, alias MDM, perché a volte è anche giusto avere un approccio più rilassato, senza sensi di colpa o ansie da prestazione.
Ma se pensiamo che sia quello il solo modo per vivere la genitorialità, perché è più semplice e perché “si è fatto sempre così” è come darsi per vinti in partenza (NB. sono sicura al 100% che ogni volta che facciamo le MDM troviamo la spinta per migliorarci e rialzarci più forti di prima!)
Se non è perfetto, è perfettibile
Il messaggio che voglio sempre veicolare nei miei contenuti e consigli è che la vita non è mai perfetta, ma perfettibile.
Possiamo ancora sperare di farci una bella serata al ristorante insieme ai bambini e stare tutti sereni, con un approccio nuovo e alcuni trucchetti.
Possiamo ancora concederci spazio per la coppia anche con due figli piccoli, possiamo ancora lavorare (anche tanto) e trascorrere tempo qualitativamente buono con i bambini e possiamo pretendere gli spazi che in altre epoche sarebbe stato impossibile anche immaginare.
Tutto è possibile, basta allenare la versione migliore di ogni sforzo e usarlo come modello ed esempio.
Ecco perché vi mostro la mia famiglia “perfetta”.