Giochi da maschio e giochi da femmina – NO!
Sulla carta è chiaro: è importante per i bambini non fare distinzioni di genere. Detta terra terra: le bambine possono giocare con i camion e i bambini con le Barbie.
Ci stiamo evolvendo e i giochi di genere non esistono più. Tutti i giochi sono sia da maschio che da femmina.
Ma in questo articolo vi mostrerò come in realtà nella nostra cultura sono ancora radicati tantissimi stereotipi di genere. Prima di condividere con te questa mia riflessione, voglio mostrarti questa vignetta molto divertente che ho trovato su cosedamamme.it. Mi ha fatta molto sorridere, e racchiude in maniera semplice e divertente il mio pensiero sui giochi di genere.

1. Le bambole sono idealmente un’esclusiva delle femmine (?)
“Le bambole sono un gioco da bambina”
Quante volte abbiamo sentito questa frase?
Chi mai si sognerebbe di regalare ad un bambino una bambola per il suo compleanno?
Nella mente della maggior parte delle persone la bambola un bambino che gioca con una bambola sarà un ragazzo portato ad assumere una determinata scelta sessuale. Ci rendiamo conto?
Come se una persona non fosse libera di scegliere, libera di essere chi e come vuole, come se tutte le sue personali scelte future dipendessero dai giochi scelti durante l’infanzia.
Giocare con le bambole, con i camion, con la cucina, e con qualunque altro gioco che da modo di simulare la vita reale, prende il nome di gioco simbolico.
Ma sapete che ruolo svolge il gioco simbolico?
Da Uppa.it:
“Giocando a far finta i bambini esercitano la propria immaginazione e creatività, sviluppano autoconsapevolezza, imparano a riconoscere le emozioni proprie e altrui, esplorano mondi sconosciuti, esercitano abilità cognitive e relazionali, sviluppano le prime forme di pensiero astratto, arricchiscono il proprio lessico. Giocare a “essere un altro” può inoltre aiutare il bambino a comprendere un punto di vista diverso dal proprio e può costituire un’ottima occasione di osservazione per l’adulto, perché, attraverso la finzione, il bambino racconta sé stesso e il mondo dei grandi che lo circonda.
Le diverse forme di gioco simbolico e di finzione che accompagnano il bambino nella sua crescita sono state, e sono tuttora, oggetto di studi in diverse discipline, in particolare per quanto riguarda il loro legame con lo sviluppo della metacognizione e della teoria della mente. La metacognizione è la capacità di auto-riflettere sui propri pensieri (io posso pensare ai miei pensieri). Grazie all’attività metacognitiva possiamo non solo conoscere ma anche in qualche modo agire sui nostri stati mentali (ad esempio possiamo comprendere e influenzare i nostri meccanismi di apprendimento). Con il termine “teoria della mente”, invece, si intende la sofisticata abilità umana di riflettere non solo sui propri pensieri, ma anche su quelli delle altre persone, riuscendo a formulare delle ipotesi sul comportamento altrui.
Questa abilità cognitiva è fondamentale per la nostra vita e la usiamo tutti i giorni anche senza accorgercene. Ancora una volta, entrando in quell’universo che è il gioco dei bambini, ci meravigliamo di quanto siano complesse le attività in essere dentro i comportamenti infantili, attività a cui, con leggerezza, noi adulti rischiamo di non dare importanza”
In poche parole giocare con le bambole permette al bambino di immedesimarsi nell’altro, e di trasportare le proprie emozioni attraverso il gioco.
Un bambino che ha vissuto una qualunque esperienza, ha la necessità di riproporla nel gioco, per viverla appieno, per saperla comprendere.
Compito dell’adulto è fornirgli gli strumenti necessari per farlo.
In questo caso l’adulto deve fornire al bambino i giochi adatti, e non possiamo precludere al bambino maschio la possibilità di superare problemi inconsci poiché “è maschio e i maschi non giocano con le bambole”!
Qui parliamo di travestimenti secondo le stesse caratteristiche!
2. Influsso commerciale Rosa vs Azzurro
L’educazione dei figli non è dipendente solo dall’influenza dei genitori ma anche dall’ambiente in cui essi vivono, in quanto parte di una società.
Sicuramente passeggiando nei negozi per bambini avrete notato che le corsie sono ROSA o AZZURRE.
Nelle corsie rosa dilagano bambole, cucine, ferri da stiro tutto elegantemente impacchettato in nastrini e fronzoli.
Nelle corsi azzurre via libera a dinosauri, macchine, attrezzi da veri uomini…. appunto!
Perché invece non potrebbe partire da lì l’educazione all’eguaglianza?
Dove un maschio può cucinare e stirare e la femmina può sistemare una ruota bucata o partecipare a una competizione automobilistica?
Si parla tanto di parità di genere. L’uomo moderno ormai è un papà attento e consapevole al pari della mamma, ma ai nostri figli regalare una bambola è discriminante??
Qualche tempo fa avevo letto che in America e in Gran Bretagna si stava muovendo qualcosa ad esempio. Stavano nascendo movimenti per la promozione del “gender neutrality” nel campo dei libri e dei giocattoli per l’infanzia. Nei negozi di giocattoli si voleva arrivare ad abolire i reparti dedicati ai maschietti e alle femminucce. Ultimamente non ho sentito aggiornamenti sulla causa… Insomma attento news!
3. Giochi da maschi e giochi da femmine esistono solo nella mente dell’adulto
Per i bambini un gioco è un gioco.
Così come un colore è un colore.
Lasciamoli liberi di credere in ciò che vogliono.
Di giocare come e con chi vogliono.
Dobbiamo essere noi a rieducare il nostro pensiero alla neutralità e comprendere che quando un bambino gioca, gioca per il piacere di farlo!
Educhiamoli alla libertà. Questo li farà uomini e donne migliori.
Pensate quanto può essere frustrante per un bambino essere giudicato per il gioco che sta facendo.
Proviamo a rifletterci.
Cerchiamo di cambiare il presente per poter cambiare il futuro.
E mi raccomando… Siate superiori ai giudizi di chi la pensa diversamente da voi!!
Basatevi sulle vostre sicurezze. Gli stereotipi di genere sono frutto della mentalità di molti anni fa, in cui l’uomo lavorava e la donna badava a casa e famiglia. Direi che ormai, nel 2020 è chiaro che non siamo più fermi li!
Elena