Litigare fa bene ai bambini, ci credete??
Gli adulti sono portati a vedere il litigio come qualcosa di negativo, un qualcosa da eliminare sul nascere o cercare evitare in qualunque modo.
Il litigio presuppone il suo intervento per evitare che degeneri.
Ci viene naturale dire ai nostri bambini
“Basta litigare!”
“Chi è stato?”
“Ridai subito il gioco a tuo fratello!”
Con (spesso) castighi e punizioni.
La Disciplina Dolce si basa sull’ascolto del bambino.
Proprio partendo da questo vi chiedo di mettervi nei suoi panni.
Cosa provereste se ogni volta che vi relazionate a qualcun altro, qualcuno vi facesse sentire inadeguati e sbagliati?
Nelle nostre giornate è difficile vedere i nostri figli litigare rumorosamente come qualcosa di positivo: ma vi invito a cercare di cambiare punto di vista. Come?
Pensando che il litigio è fonte di APPRENDIMENTO per il nostro bambino! Ha innumerevoli vantaggi per la sua crescita personale e sociale.
Attraverso il litigio tra pari, i bambini possono:
- Imparare a relazionarsi con altri e imparare a conoscere i loro limiti:
“fin dove posso spingermi?”
“il mio comportamento che conseguenze avrà?”
“le conseguenze sono sempre uguali o cambiano nel tempo?” - Apprendere il modo corretto per trovare una soluzione al problema, come risolverlo trovando l’equilibrio tra loro e l’altro. Conseguentemente imparano a come rimediare ai propri errori.
- Rendersi empatici, e imparando poco alla volta a riconoscere le emozioni che l’altro bambino sta vivendo, e che a sua volta proverà anche lui
Attenzione!! Spesso l’adulto è portato a intervenire per prendere le difese del figlio che “cede” sempre, che lascia sempre il gioco al fratello, ma attenzione! Spesso questo è un segno di maturità emotiva ed empatia. Il bimbo in questione potrebbe esser pronto a lasciare il gioco perché capisce la difficoltà dell’altro – non è “poverino” ma più maturo! - Tollerare qualche piccola frustrazione che potrebbe derivare dai “no” che riceve
Attenzione!! Prestate attenzione se avete figli di età diverse: non è sempre il grande a dover cedere poiché “grande”! Lui avrà gli stessi diritti del piccolo! Anche lui – anche se fratello maggiore – avrà diritto a dire NO al fratello minore se non vorrà condividere il gioco. E, di conseguenza, il piccolo avrà diritto ad ascoltare le emozioni del fratello, e comprendere che se vorrà gli presterà il gioco!

Daniele Novara sintetizza questa lunga lista in “competenza conflittuale”. Ovvero la capacità di gestire i contrasti in modo sano, rispettoso di sé e degli altri, senza utilizzare la violenza.
Ma soprattutto di non negare la possibilità di litigare. Litigare non è un atteggiamento di cui vergognarsi!
Non si devono nascondere, ma è una possibilità di crescita, che gli permetterà di diventare un adulto in grado di affrontare le controversie e trovare il modo di superarle senza scappare. Avrà solo bisogno di un adulto che gli insegnerà a gestire la situazione.
In questa IGTV potete ascoltare in maniera approfondita questi concetti!
Compito dell’adulto è proprio quello intervenire come mediatore. Egli insegnerà ai più piccoli la possibilità di imparare a gestire i conflitti senza usare le mani. Tutto ciò è possibile solo grazie all’allenamento, che poi si trasformerà in coscienza quando i nostri figli cresceranno.
Evitiamo di diventare giudicanti nei confronti dei bambini! Nessun bimbo agisce casualmente, ma ogni sua azione è svolta per un motivo specifico! Cerchiamo di non prendere le parti di nessuno, ma cerchiamo di comunicare verbalmente rimanendo neutrali, per non ledere L’autostima di nessuno.
Non c’è un vincitore e uno sconfitto.
Non c’è torto o ragione.
Ci sono bambini con le loro idee, le loro ragioni che a noi adulti spesso sfuggono. Ricordate che nessun bambino agisce casualmente, nella sua mente tutto ha un valore, e noi adulti dobbiamo entrare in punta di piedi.
“Litigare è un diritto dei bambini”
Daniele Novara
Il “trucco” chiave è insegnare ai nostri figli che si, si può litigare, ma c’è un modo giusto per farlo!
Ho deciso di suddividere questa seconda parte in fasce d’età.
L’ho fatto per semplificare la lettura, voi potete leggerla anche come “se il bambino si esprime verbalmente (3+) o no (0-3)”
0-3 anni
Noi adulti, senza farci prendere dal panico, dobbiamo cercare di far voce ai sentimenti dei nostri bambini. Come? Sostituendo ciò che provano con le parole, dato che i più piccoli non sanno ancora verbalizzare.
“Ti ha rubato il gioco che volevi?”
“Ti senti triste?”
“Chiediamo di fare cambio?”
“Troviamo un alto gioco, poi vedrai che accetterà lo scambio!”
3 anni e oltre
Con i bambini più grandicelli che invece verbalizzano, c’è una alternativa.
Possiamo chiedere direttamente a loro come si sentono, cosa è successo e come si potrebbe trovare una soluzione!
Anche in questo caso evitiamo di trasformarci in giudici e accettiamo la soluzione che adotteranno, anche se a noi non sembrerà quella più equilibrata! I bambini hanno un senso morale diverso dal nostro. Se loro trovano la soluzione adatta, non dobbiamo intervenire ma accettarla, perchè l’importante e che siano d’accordo loro!
Qui il link in cui spiego il ruolo dell’adulto mediatore.
Cosa fare quando il litigio sfocia in violenza fisica?
Per il bambino il modo più veloce e diretto per comunicare è quello di usare il corpo.
Mentre litiga, un bambino che deve comunicare all’altro la sua intenzione è portato a usare le mani.
Così iniziano le sberle, i graffi e a volte i morsi!
Il genitore è portato a precipitarsi a soccorrere il “ferito” e punire l’”aggressore”. Ma come sapete la Disciplina Dolce si discosta dalla disciplina basata sui premi e sulle punizioni.
Cosa fare quindi?
Dopo aver aiutato il bimbo che si è fatto male, andiamo dall’altro bambino e apriamoci ad accogliere ciò che sta vivendo.
I bambini quando sono violenti spesso non se ne rendono conto, è un atteggiamento innato, più forte di loro!
Daniele Novara nel libro “litigare per crescere” sottolinea che: “occorre ricordare che prima dei 7 anni non è possibile parlare di intenzionalità dell’atto violento. Non è presente la violenza perlomeno nei termini in cui la intendono e percepiscono gli adulti. (..) Tra bambini è indubbiamente presente una buona dose di fisicità dato che la verbalizzazione non è ancora sufficiente ad esprimere le emozioni”.
Cerchiamo di farlo comunicare, di dar voce alle sue emozioni, senza giudicare.
Sarà un processo lungo.
Ci vorranno mesi prima che il bambino imparerà ad usare le parole e non le mani (o i denti!!) per comunicare, ma noi facciamoci sentire presenti, perché prima o poi con il nostro aiuto ci riuscirà!!
CLICCA qui per il video sull’aggressività.
Per finire vi consiglio due testi che spiegano in maniera approfondita questi concetti, che io utilizzo non solo a casa con le mie bimbe, ma anche all’asilo in qualità di educatrice!
Novara D., “Litigare per crescere. Proposte per la prima infanzia”