Insegnare la condivisione è possibile?

comunicazione non violenta con bambini
Genitorialità consapevole

Insegnare la condivisione è possibile?

Sei a casa tua e inviti una coppia di amici. Ad un certo punto uno di loro si alza, prende le chiavi della tua macchina e va a farsi un giro. Tu ti alzi e lo insegui chiedendogli cosa sta facendo. Ma intorno a te gli altri ti dicono che le cose vanno condivise, di non fare l’egoista. 

Assurdo, ma come si permette il tuo amico?? 

Questo articolo parte con questa storia un po’ assurda ma se ci pensi è assurda solo perché parliamo di adulti. Se la dovessimo leggere con bambini come protagonisti avrebbe torto il bambino che non condivide. 

Te la scrivo: 

Sei a casa con tuo figlio e inviti una coppia di amici con i loro pargoli. Ad un certo punto uno di loro si alza, prende un gioco della cesta di tuo figlio e lui inizia a urlare che quel gioco è suo e spinge via il figlio del tuo amico. Tu ti alzi e gli dici che le cose vanno condivise, di non fare l’egoista. Condividere è bello. 

Assurdo, cosa ha mio figlio che non va? 

La condivisione non può essere pretesa! I bambini hanno un senso del possesso innato, dato anche dal loro egocentrismo, certo, ma ti assicuro che al loro posto anche tu ti comporteresti allo stesso modo. 

Insegnare la condivisione è possibile, iniziando a insegnare parole come “Posso?” “Facciamo cambio?” ma non può mai essere pretesa. 

Sai perché? 

  1. Il messaggio che passa sarebbe che quello che sta facendo lui non è importante, e quindi deve cedere il gioco che sta utilizzando a un altro bambino (autostima dove sei?)
  2. Scatta il meccanismo che se poi sarà lui stesso a pretendere un gioco allora questo gli sarà dovuto

Troppo spesso l’adulto interviene per proteggersi dal giudizio degli altri che si aspettano un genitore interventista alla condivisione (e qui ti invito a seguire il mio corso “l’iceberg del capriccio”

Usciamo dagli schemi, diamo la possibilità ai nostri figli di scegliere se condividere o meno, piano piano saranno loro a farlo con naturalezza.

Sai qual è la parte più difficile? Accettare la frustrazione di tuo figlio. 

Il senso della condivisione arriverà, ma deve necessariamente passare dal senso del possesso. Quando in casa ci sono due fratelli o sorelle è giusto che i giochi siano di uno o dell’altro, potranno giocarci insieme chiedendo all’altro la possibilità di scambiare, di giocare insieme o di prestare. 

Nel quotidiano un aiuto concreto potrebbe essere quello di destinare ciascun gioco a uno o l’altro bimbo, così che il senso di proprietà venga allenato e, nel momento in cui un bimbo voglia il gioco dell’altro si può proporre lo scambio o il prestito. Se tutti i giochi sono di tutti.. Diventa impossibile questa proposta!

…e se mio figlio è quello che subisce sempre?

Apro un’altra doverosa parentesi: il bambino che cede sempre NON È UN DEBOLE come in realtà la società ci vuole far credere.

Diciamocelo: a noi genitori a volte non va bene niente. Se nostro figlio assume il ruolo del “prevaricatore” non va bene e cerchiamo di bloccarlo, ma se nostro figlio invece cede sempre beh, non va bene, “deve farsi valere”!

AAAAALT!
Un bambino che tendenzialmente è più accondiscendente verso i bisogni degli altri potrebbe essere un bambino più maturo dell’altro. Potrebbe essere in grado di entrare in empatia con le fatiche dell’altro e accettare ad alcune rinunce per il bene di chi ha vicino.
Non lo scrivo come frase fatta. Ma è una dinamica che io stessa vivo con le mie figlie: Ginevra accetta di buon grado alcune “rinunce” perché si rende conto che Letizia fatica di più ad accettare i NO.

Non vuol dire quindi che sia un debole: se a lui va bene così, deve andare bene anche a noi!!

Ovviamente dobbiamo osservare che lui in questa situazione ci stia bene e non stia soffrendo in silenzio, ma vi assicuro che spesso i “sensi di colpa” li inculchiamo noi con il nostro intervento. L’adulto deve osservare, senza necessariamente intervenire sempre: il valore morale dei nostri figli è diverso dal nostro. Chiediamo come sta, come si sente se siamo in dubbio, e verbalizziamo all’altro la volontà di voler scambiare o di prendere l’oggetto in modo da tutelare entrambe le parti, ma senza sostituirci a loro!

Tatuati questa frase: SE VA BENE A LORO, VA BENE ANCHE A ME.

ISCRIVITI ALLA MIA NEWSLETTER

Due lettere al mese in cui ti racconto, anche con la mia voce, novità ed approfondimenti.
Ma non solo! Ti regalo il 10% di sconto su tutti i miei corsi online.