Bruno Munari è stato un famoso designer italiano che, durante l’arco dell sua vita, ha dedicato allo sviluppo della creatività nei bambini numerosi progetti, realizzando per loro libri, giochi e laboratori.
Con i giochi e libri per bambini – il Gatto Meo in gommapiuma, i Prelibri di Danese, i Libri illeggibili di fogli variopinti e senza testo, i libri con i buchi, le pagine trasparenti, tattili, componibili, le fiabe riscritte visivamente, i libri oggetto, l’Alfabetiere, il letto Abitacolo e le molte altre invenzioni che hanno letteralmente fatto scuola – Munari, infatti, è entrato nelle camerette e nelle aule di molti paesi del mondo.
Per entrare nel mondo di un bambino bisogna almeno sedersi per terra, non disturbare il bambino nelle sue occupazioni e lasciare che si accorga della vostra presenza.
“Conoscere i bambini significa rispettarli. Per poterlo fare è necessario conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita, il che non significa essere irresponsabili, ma piuttosto preservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire e la voglia di comunicare. E trasmettere tutto ciò agli altri.
Da questa filosofia nasceva l’idea di progettare strumenti per aiutare i bambini a non smarrire il loro originario senso di curiosità verso il mondo. L’idea di vivere in una società omologata, fatta di persone che svolgono attività ripetitive e poco stimolanti, non piaceva per nulla a Munari, che al contrario considerava la creatività diffusa la vera ricchezza della società moderna, unico e vero antidoto all’apatia.
Per Munari, lavorare sui bambini, aiutandoli a sviluppare il loro senso creativo, si traduceva in primis in un investimento per il futuro, finalizzato a coltivare cittadini migliori che non fossero semplici strumenti del sistema.
Bruno Munari e la creatività dei bambini: fantasia, invenzione e immaginazione
Ma che cos’è la creatività? E perché i bambini devono svilupparla? Si tratta di una facoltà utile oppure inutile?
In un libro intitolato Fantasia Bruno Munari riflette su queste domande e fornisce alcune importanti risposte, attraverso la descrizione delle facoltà creative.
Egli distingue quattro facoltà: fantasia, invenzione, creatività e immaginazione.
– La fantasia viene descritta come una facoltà totalmente libera che permette di pensare anche alle cose più assurde e impossibili, a tutto ciò che prima non c’era anche se irrealizzabile.
– L’invenzione è invece la realizzazione di qualcosa di utile all’uomo, senza porsi alcun problema estetico: tutto ciò che prima non c’era ma esclusivamente pratico.
– La creatività è invece ciò che permette di realizzare tutto ciò che prima non c’era in modo essenziale e globale: è quindi un’applicazione della fantasia che però deve tener conto degli elementi concreti del problema per la sua realizzazione. Come capacità produttiva deve unire fantasia e razionalità (che ritroviamo già nell’invenzione), ma è già sensibilità e consapevolezza progettuale, che deve tener conto degli aspetti funzionali ed estetici.
Tutte e tre queste facoltà si avvalgono dell’IMMAGINAZIONE, che è la capacità di rendere visibile ciò che la fantasia, l’invenzione e la creatività pensano.
Per stimolare la creatività, intesa come unione funzionale di fantasia e invenzione, è necessario esercitare tutte queste facoltà, affinché si possano creare relazioni e connessioni tra fantasia, conoscenza e realtà, ovvero “relazioni inedite” tra cose che esistono già e cose che non si vedono ma che sono “immaginabili”.
In questo senso, la creatività è una facoltà fondamentale per il ben vivere, dapprima dei bambini, quindi degli adulti: per queste ragioni è una facoltà che deve essere esercitata sin dalla prima infanzia, prima che sia troppo tardi.
Per Munari, infatti, una persona senza creativitàè una persona incompiuta e incompleta, incapace di risolvere i problemi che quotidianamente deve affrontare, e per questo bisognosa costantemente d’aiuto. Senza creatività non c’è possibilità d’indipendenza né di autonomia.”
(Testo tratto da QUI)
Perché oggi vi parlo di Bruno Munari?
Spesso gli adulti, danno per “scontata” e innata la fantasia nel bambino. Conseguentemente credono che un bambino nasca già creativo.
Ma non è proprio così.
È compito nostro sederci con loro e permetter loro di coltivare questa creatività.
Come se dovessimo far crescere una piccola piantina in loro, sono certa che con le giuste idee questa piantina diventerà una quercia rigogliosa
Elena