Tutti noi nasciamo con una grande energia vitale interiore e, fin dalla nascita, desideriamo usarla per crescere, capire, imparare.
Nell’età dell’infanzia, questa energia, è sottoposta a particolari sensibilità che indirizzano l’apprendimento.
Sì, proprio così, crescere non è qualcosa di vago che avviene sempre e comunque!
Maria Montessori scoprì che il bambino è guidato da particolari sensibilità che lo spingono e indirizzano verso un’attività determinata: i “periodi sentitivi”.
Il bambino è un essere sensibile che costruisce i propri costrutti mentali attraverso le esperienze vissute in un dato ambiente; compito fondamentale del genitore è osservare e capire quali proposte potrebbero soddisfare i bisogni più profondi di quel preciso momento della vita.
È quasi inevitabile diventare genitori e confrontare i propri figli con altri bambini: si ha paura di non offrire abbastanza stimoli o, addirittura, timore che il bambino non sia sufficientemente ricettivo. Spesso ci dimentichiamo che ogni bambino è davvero unico e così lo è anche la sua crescita.
In cosa consiste un “periodo sensitivo”?
Si tratta di un momento della vita (più o meno lungo, può durare settimane, mesi, ma, in alcuni casi, anche anni!) in cui il bambino è particolarmente sintonizzato sull’apprendimento di specifiche abilità o concetti.
In quella fase, fare propri quegli specifici insegnamenti non è difficile. Tutto avviene con estremo interesse e naturalezza.
“È questa sensibilità spiccata che permette al bambino di mettersi in rapporto col mondo esterno in modo eccezionalmente intenso. E allora tutto diventa facile, tutto è entusiasmo e vita”.
(E. Balsamo, Libertà e amore, p.124)
Come accorgersi di questa sensibilità?
La prima cosa da fare è osservare il bambino e capire da cosa è attratto, cosa cattura il suo interesse; ci accorgeremo che esistono cose a cui è più sensibile e altre verso cui si mostra totalmente indifferente.



Se il bambino non riesce a stare fermo, si arrampica sulle maniglie dei cassetti, saltella per casa, potrebbe essere nel pieno del periodo sensitivo del movimento; in questo caso l’adulto può predisporre nell’ambiente attrezzi che gli permettano di sperimentare queste abilità (moduli pikler) o costruire dei piccoli percorsi motori con sedie, cuscini e tutto quello di utile che si trova in casa.
E se il genitore non si accorge?
Agire secondo le “direttive” del periodo sensitivo è il modo più naturale per apprendere senza particolari difficoltà. Queste sensibilità non sono cicliche, appaiono una sola volta nella vita.
Se gli apprendimenti non avvengono in quella data circostanza, non significa che non ci saranno più, semplicemente, sarà necessario uno sforzo più consapevole (paragonabile a quello che fa un adulto per imparare una lingua straniera) per raggiungerli.
Quali sono i periodi sensitivi più importanti (comuni a tutti i bambini, anche in momenti diversi della vita)?
- Periodo sensitivo del linguaggio (0-6 anni circa): è il momento in cui il bambino scopre i primi suoni, la propria voce e tutto quello che può fare con essa. Le parole, i bambini a quest’età amano imparare vocaboli nuovi, sono affascinati dalle parole difficili, non faticano a memorizzarle. Cerchiamo i loro interessi e lavoriamo con essi per arricchire il vocabolario e accumulare esperienze concrete che lasciano un segno nella nostra memoria.
- Periodo sensitivo del movimento (0-4 anni circa): non sottovalutiamo mai il bisogno di movimento dei nostri bambini. Muoversi è, prima di tutto, sviluppo psichico: il bambino utilizza questo “mezzo” per costruire se stesso e conoscere la realtà. Dal movimento derivano coordinazione e controllo di sé. Inizialmente c’è un grande lavoro grosso motorio che si esprime principalmente con la ricerca della posizione eretta e l’inizio della deambulazione, poi si affinano le abilità fino motorie con esercizi sempre più coordinati e precisi. Concedere ai bambini tempo utile a muoversi non è mai un errore, è dal movimento che parte l’elaborazione di processi mentali più complessi.
- Periodo sensitivo dell’amore per l’ambiente (0-5 anni circa): questo momento “rende il bambino capace in un modo veramente prodigioso, di impadronirsi delle immagini dell’ambiente” (Montessori, Il segreto dell’infanzia). Osservare ha un gusto speciale, è sentimento. Captare le immagini e farle proprie, organizzandole subito a servizio di un ragionamento: “il bambino ne è avido e si può ben dire insaziabile” (Montessori, Il segreto dell’infanzia).
L’ambiente è definito da Montessori il “primo maestro”; è l’ambiente che accoglie le energie vitali del bambino e offre gli strumenti perché queste si manifestino. Compito dell’adulto è strutturare lo spazio in modo da facilitare l’azione spontanea e autonoma senza che ci siano ostacoli o interruzioni. Lasciamo agire i nostri figli, osserviamoli e interveniamo solo in caso di vera necessità o pericolo.
- Periodo sensitivo dell’ordine (0-3 anni): “Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”. Questa è una delle frasi celebri di Maria Montessori. Non è scritta di certo a caso: il bambino ha bisogno di punti di riferimento anche nello spazio in cui vive. Sapere esattamente dove si collocano le cose è, per lui o lei, motivo di forte gratificazione.
“L’ordine delle cose vuol dire riconoscere il collocamento degli oggetti nell’ambiente, ricordare il luogo ove ciascuno di essi si trova: ciò vuol dire orientarsi nell’ambiente e possederlo in tutti i suoi particolari” (Montessori, Il segreto dell’infanzia).
Potersi muovere e giocare in uno spazio ordinato significa imparare a distinguere i rapporti che esistono tra le cose, gli oggetti presenti in casa, le varie parti che dipendono l’una dalle altre. Allo stesso tempo, non poter collocare nello spazio un dato oggetto (ma anche una persona!) potrebbe creare agitazione e confusione che il bambino spesso esprime attraverso il pianto. Preoccupiamoci di osservare e organizzare al meglio l’ambiente che offriamo, costruiamo una routine della giornata, lì potremmo trovare la soluzione a diversi momenti difficili!
Poter ordinare le percezioni sull’ambiente esterno è il punto di partenza per soddisfare la sensibilità all’ordine interno. Creare una trama delle proprie sensazioni, costruire nessi logici e conoscere le relazioni tra le cose permette al bambino di interpretare la realtà e divenirne parte integrante.
Conoscere l’esistenza dei periodi sensitivi ci permetterà di capire sempre di più cosa smuove gli apprendimenti di nostro figlio, cosa gli permette di stare bene e cosa possiamo fare noi per lui o lei.
“L’intelligenza dell’uomo non sorge dal nulla: essa si edifica sopra i fondamenti elaborati dal bambino nei suoi periodi sensitivi”
(Montessori, Il segreto dell’infanzia)
Sara