Gioco destrutturato, grande alleato del gioco autonomo e dello sviluppo della creatività: come incoraggiarlo?
Quanto sono belli quei bambini che si mettono a giocare, nel pieno flusso della loro fantasia e creatività: sono sicuri nel loro spazio, sembrano sufficienti a se stessi… e diciamo la verità, anche noi riusciamo a rilassarci un po’.
Questa è la fase del “flusso”, tipica del gioco autonomo, dei quali abbiamo parlato in questo articolo.
Oggi parliamo di gioco destrutturato, uno degli alleati principali per condurre il bambino ad imparare l’abitudine del gioco autonomo e godere del potere creativo e benefico del “flow”.
Cosa è il gioco destrutturato?

Anche detto loose parts, il gioco destrutturato è, molto semplicemente, il gioco che non è legato a strutture dettate dai giocattoli.
Una casa delle bambole è un gioco strutturato.
Al netto della fantasia che un bambino può metterci nell’inventare le storie delle bambole che ci abitano, si tratta sempre di giocare a far vivere le bambole in una casa.
Una cucinetta è un gioco strutturato perché, per quante possano essere le ricette che un bimbo immagina di creare, il gioco è sempre quello di stare in cucina e imitare il processo di cucinare.
Un cartone, una scatola o più scatole, possono invece essere, a seconda della voglia e dell’inventiva del momento, una casa, un negozio, un’auto, un bunker anti atomico, una cassetta per gli attrezzi.
Questo è il gioco destrutturato.
Una manciata di foglie, delle stoffe colorate, delle costruzioni di vario tipo, oggetti di legno di diverse dimensioni (ovviamente adatte alla sicurezza del bambino) possono essere persone, pezzi di case, tasselli di un ponte, bacchette magiche o pozioni segrete, in base a quello che passa nella testolina dei bambini.
Scatole, legnetti, costruzioni, stoffe, cartoni possono restare oggetti inanimato o diventare protagonisti di un gioco destrutturato e di un lungo flusso di gioco autonomo.
Non esiste un’età ideale per proporre il gioco destrutturato: anche i bambini più piccolo possono iniziare a familiarizzare con i giochi senza fine. Più crescerà più la “scoperta” diventerà immaginazione, fantasia e imitazione. La regola fondamentale è proporre ai più piccoli giochi sicuri: se portano alla bocca evitiamo assolutamente piccoli sassi o materiali pericolosi. Tutti i consigli di questo articolo sono adattabili a tutte le età!
Come far avvenire questa magia? Come incentivare un bambino al gioco destrutturato?

Ecco alcuni consigli, dei quali ho parlato anche in una live ancora disponibile sul mio profilo Instagram, dove ogni giorno ti parlo di educazione dolce e tante idee per star bene come genitore e per far essere felici i tuoi piccoli.
Anticipo una tua domanda: ma se mio figlio non ha mai giocato ai giochi destrutturati come introdurli se non è abituato? Non preoccuparti! Inizia a inserirli tra le proposte senza forzature. La sua curiosità lo porterà a sperimentare, magari non subito. Ma se rispetterai i suoi tempi ci arriverà!

Permettiamo loro di annoiarsi
Il gioco autonomo nasce dalla noia.
Le idee nuove nascono dalla noia.
La noia è un’alleata al gioco autonomo.
Spesso noi genitori abbiamo paura della noia dei piccoli e dei “capricci” che ne seguono e per rendere la vita facile più a noi che a loro accendiamo subito la TV o proponiamo loro soluzioni, che magari non piacciono e aumentano l’insoddisfazione.
Il che non vuol dire che se nostro figlio ci dice “mamma, mi annoio” noi dobbiamo ignorarlo e farlo piangere.
Facciamo da “guida” verso il gioco destrutturato

Se un bambino si annoia, non va ignorato, ma neanche va schiacciato dalle nostre mille idee di attività.
Meglio sarebbe accompagnare il piccolo verso la possibilità di trovare nuovi spunti e idee. Spesso questa modalità viene definita “invitation to play” o “invito al gioco” in cui il genitore predispone ambienti interessanti pere il bambino con materiali che lo possono invogliare a sperimentare infinite possibilità di gioco.
Possiamo andare insieme verso l’angolo dei giochi e vedere se c’è qualcosa che desta la sua attenzione dalla quale può nascere un nuovo gioco.
L’adulto non forza il gioco, ma costruisce uno spazio che lascerà libero il bambino di sperimentare e inventare in libertà.
Rendiamo ben visibili anche le opzioni destrutturate e non solo i giochi strutturati

Se il piccolo ha davanti a sé solo giochi “strutturati”, come la cucina per fingere di cucinare, la bambola per fingere di fare il genitore, gli attrezzi per far finta di essere meccanico, sarà difficile farlo uscire dall’impasse del gioco strutturato esclusivo.
Lo spazio con giochi di origini, materiali, odori e sapori diversi è lo spazio dei tesori destrutturati. Tanti stimoli, tanti materiali diversi al tatto e alla vista, quindi tante diverse possibilità.
Aiutiamolo a scegliere uno di questi oggetti, senza “suggerire” cosa potrebbe rappresentare.
Ad esempio, andiamo insieme verso i giochi, prendiamo delle stoffe e mettiamole davanti dando uno stimolo che non sia una soluzione, cioè non diciamo “ecco, facciamo che questo è il mare”.
Rendiamo il luogo dei giochi un luogo di creatività… ma non una giungla

Meglio non lasciare i giochi in ceste disordinate dove c’è dentro di tutto… e non si trova niente.
Questo non è un ambiente amichevole per la creatività.
Scatole con etichette o foto o disegni del tipo di gioco dentro ad ogni scatola è una soluzione.
Oppure sistemare dei piccoli scaffali con ripiani a vista.
Oppure creare piccole bacheche che permettano ai bambini di vedere e immaginare subito cosa fare con ogni oggetto.
Quando li vediamo giocare in autonomia, non interveniamo
Se giocano da soli, non pensiamo che siano o si sentono soli.
Non interveniamo finché non ce lo chiedono, perché quello spazio di autonomia è il loro piccolo mondo dove tutto è possibile. Lì si crea il flusso di creatività!
Non costringere alla condivisione

A volte i bambini entrano nel flusso anche se giocano con altri bambini. Anche in questo caso, quello spazio va rispettato finché dura e, soprattutto, non costringiamo i piccoli alla condivisione forzata.
La condivisione è una cosa molto bella, ma va maturata in modo naturale e equo.
Sentire un’autorità (il genitore) che dice quando e con chi condividere una cosa propria o con la quale si sta giocando, non è giusto. Non lo è per gli adulti come non lo è per i piccoli.
Portare i piccoli verso il gioco destrutturato aiuta moltissimo il loro sviluppo creativo:
fa capire ai nostri bambini non solo che non serve circondarsi di troppi giocattoli per divertirsi ma anche che… non sempre bisogna seguire le regole del gioco già decise da un libretto di istruzioni.
E noi genitori, questa lezione, l’abbiamo capita?