Come capire se un film, una serie, un contenuto come un video gioco per la Play è adatto davvero ai tuoi bambini, nonostante il marketing distributivo in Italia lo spinga anche nelle sponsorizzate e nelle pubblicità in prime time per famiglie?
Ecco una guida per te, per unire la conoscenza delle classificazioni internazionali al senso critico che ogni genitore deve mettere in funzione..
Ciao, sono Elena Cortinovis, pedagogista, educatrice e divulgatrice.
Ho due gemelle di 5 anni e sono appassionata di Disciplina Dolce.
Seguimi su questo blog, sul mio podcast e sui Instagram per far diventare la crescita dei tuoi bambini un processo dolce, bello, sereno (per loro e per te).
Qualche giorno fa, mi sono vestita di rosa e sono andata con la mia amica al cinema a vedere Barbie, film diretto da Greta Gerwig.
L’ho adorato, mi ha fatto ridere moltissimo e anche riflettere per i suoi temi importanti e presentati in modo geniale!
Tuttavia sono rimasta stupita, da pedagogista e mamma, di quanti bambini al di sotto dei 10 anni fossero presenti in sala.
Le mie gemelle di 5 anni avrebbero voluto venire, ma ho detto loro che il film non era adatto a loro.
Perché ci sono parolacce? No. Nemmeno una.
Perché ci sono scene di violenza? Assolutamente no, almeno… non in senso canonico.
Perché ci sono scene di sesso spinto? Ma va, neanche un bacio.
Ma allora, perché Barbie non è adatto ai bambini?
Il film Barbie a firma Gerwig, non è adatto a bambini, nonostante la classificazione italiana e il marketing distributivo lo spaccino come un film per famiglie, adatto a tutti.
Si sa, il marketing non sempre bada al bene dei bambini men che mai delle famiglie, è il botteghino che conta.
Il film di Barbie è geniale perché contiene una raffica di battute, sotto-testi e sottintesi che rendono la sceneggiatura un capolavoro; ma è il pubblico adulto che è in grado di recepirlo e decodificarlo.
E il genitore, nel buio del cinema, dovrebbe spiegare moltissime, troppe scene, moltissimi riferimenti a topic come
sessismo, molestie verbali, patriarcato, sessualizzazione, body shaming, mascolinità tossica, relazioni maltrattanti.
Un bambino che va al cinema a vedere Barbie si trova in un ambiente collettivo in cui tanti adulti ridono a delle battute adatte al vissuto di adulti, e non capiscono realmente cosa stanno vedendo e perché tutti stanno ridendo.
Ma come ho fatto per sapere che Barbie non era un film per bambini?
Puoi ascoltare alcuni contenuti di questo articolo anche i questa puntata del mio podcast
Come sapere se un contenuto cinematografico, una serie o un gioco non sono adatti alle età dei nostri figli?
Siamo nel 2023, siamo sempre connessi e abbiamo accesso ad un mare di informazioni cui i nostri genitori e noi stessi, qualche anno fa, non potevamo accedere.
Di base, basta fare una ricerca sul web per capire da recensioni, trame e critiche, se un prodotto è adatto o meno ai bambini.
Ma il caso di Barbie fa scuola perché, soprattutto in Italia, la distribuzione ha volutamente eliminato da trailer e persino da Wikipedia, tutti i segnali che potessero far sorgere dei dubbi legittimi nei genitori.
Per questo, nonostante avessi deciso di non portare le bimbe al cinema con me, non me la sento parlare di disattenzione per chi ha portato i figli a vedere Barbie; in questo caso il genitore non è stato colpevole di leggerezza, ma è stato in parte soggiogato da un sistema distributivo. Si sa, è un momento di crisi per il cinema, si fa di tutto per portarci più gente possibile.
Per evitare di cadere in queste logiche e poter assumere la giusta responsabilità di far usufruire ai vostri bambini i giusti contenuti più adatti a loro, ci sono diversi modi.
Il sistema di classificazione audiovisivo Statunitense, il MPA
MPA sta per Motion Picture Association , associazione cui fanno riferimento le più grandi major cinematografiche degli Stati Uniti più Netflix e che ha creato la classificazione
Per i film girati e prodotti in USA, come nel caso di Barbie, ma ovviamente di buona parte dei prodotti cinematografici di cui usufruiamo, la classificazione (che puoi leggere in tutti i canali ufficiali di informazione e promozione dei film, compreso MyMovie) è
- G: Film adatto tutti.
- PG: Visione consigliata con la presenza di un adulto; più consigliato dagli 11 anni in su.
- PG-13: Visione consigliata fino a 13 anni solo in presenza di un adulto; può essere visionato liberamente a partire dai 14 anni.
- R: Vietato ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto.
- NC-17: Vietato ai minori di 18 anni.
Nella classificazione originale, cioè in USA e in America, Barbie è PG13, cioè consigliato solo dai 13 anni in su e al di sotto dei 13 anni con un adulto che possa spiegare molte scene.
Perché “presenza di un adulto“, ovviamente, non vuol dire certo solo presenza fisica. La presenza di un adulto deve avere un senso e un ruolo di guida. Al cinema, nel buio e nel silenzio della sala, questa guida non può essere messa in atto.
Il sistema di classificazione Italiano per i prodotti cinematografici e gaming
In Italia, è il Ministero della Cultura che si è occupato della classificazione cui i prodotti audio visivi devono attenersi.
La classificazione cui badare, quando scegliere quali contenuti far vedere ai bambini, è
- T: Opere per tutti.
- 6+: Opere non adatte ai minori di anni 6.
- 14+: Opere vietate ai minori di anni 14; chi ne ha compiuti 12 è ammesso alla proiezione se accompagnato da un genitore o da un tutore.
- 18+: Opere vietate ai minori di anni 18; chi ne ha compiuti 16 è ammesso alla proiezione se accompagnato da un genitore o da un tutore.
Classificazione PEGI per l’adeguatezza dei videogiochi alle fasce di età
Anche quando acquistiamo dei videogiochi c’è da stare attenti, perché ormai i giochi e il sistema del gaming in genere è sempre più creato per e usufruito da adulti.
La classificazione internazionale per l’idoneità dei videogiochi è quella del PEGI, Pan European Game Information, valido in 35 paesi e valuta l’idoneità dei contenuti del gioco e non la sua difficoltà.
La classificazione è
PEGI 3
- adatto a tutte le età, non presenta rischi
- non ci sono immagini o rumori in grado di spaventare bambini e adolescenti
- niente parolacce o contenuti a sfondo sessuale
- possono essere presenti lievissime forme di violenza (inserite comunque in un contesto giocoso e divertente, adatto ai bambini)
PEGI 7
- possono essere presenti immagini o rumori in grado di spaventare i più piccoli
- presenza di lievi forme di violenza (ma solo in forma indiretta, non dettagliata e non realistica)
PEGI 12
- sono presenti forme di violenza più esplicita e riferita a personaggi immaginari o un tipo di violenza non realistica ma rivolta verso personaggi dai tratti umani
- possono comparire allusioni e atteggiamenti sessuali, mentre la lingua può contenere espressioni volgari
- può essere presente il gioco d’azzardo
PEGI 16
- violenza e riferimenti sessuali sono simili a quelli della vita reale
- presenza significativa di espressioni volgari
- possono essere presenti riferimenti a droghe, alcol, tabacco e gioco d’azzardo
PEGI 18
- consigliati solo ad un pubblico di adulti
- la violenza è realistica e molto presente, ad esempio con episodi di violenza immotivata o rivolta contro personaggi indifesi
- possono esserci riferimenti espliciti a violenza e sesso
- può essere promosso l’uso di droghe
Ma sei mio figlio/mia figlia il film vuole andarlo a vedere lo stesso?
Questa domanda mi è stata fatta in più di un commento alla live di Instagram in cui ho parlato di Barbie.
Devo essere sincera, come pedagogista ed educatrice, oltre che mamma, resto sempre perplessa davanti ad un genitore che non sa dire no.
Dire un sano NO è una delle nostre responsabilità come genitori; certo, deve essere un no non aggressivo e spiegato nei limiti della loro possibilità di capire, ma deve esserci. Il nostro ruolo di guide è più importante di ogni classificazione internazionale e parental control.
Vi riporto la trascrizione del mio “No”, quando ho dovuto dire alle mie bambine che no, non sarebbero potute venire con me a vedere il film più pubblicizzato dell’anno.
“Mamma, possiamo venire anche noi con te a vedere il film di Barbie?”
“Prima lo vado a vedere io; se è adatto anche a voi, ci torniamo insieme”.
Torno a casa (soddisfatta di aver visto un film davvero bello) e loro sono corse verso di me per sapere se avrebbero potuto vederlo.
“No, bimbe. Il film è bello ma è per persone grandi”
“C’erano parolacce? Faceva paura?”
“No, niente parolacce, non faceva paura, ma è difficile da capire per bambine piccole come voi. Adesso però possiamo prendere le Barbie e giocare insieme e poi vedere insieme gli altri film di Barbie fatti per bambini e tra qualche anno lo rivediamo insieme”.
C’è sempre da stupirsi di fronte alla leggerezza con la quale i bambini accettano una spiegazione sincera.